Euro sì al 66%. Son soldi. Ue no al 56%. Son doveri. Italia prima per vittime…percepite e prepotenti veri

di Lucio Fero
Pubblicato il 19 Ottobre 2018 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA
Sondaggio. Euro sì al 66%. Son soldi. Ue no al 56%. Son doveri. Italia prima per vittime...percepite e prepotenti veri

Euro sì al 66%. Son soldi. Ue no al 56%. Son doveri. Italia prima per vittime…percepite e prepotenti veri (foto Ansa)

ROMA – Euro sì, teniamoci l’euro e restiamo nell’euro. Euro sì al 66 per cento degli italiani interpellati in materia da sondaggio Eurobarometro. E la stessa percentuale di euro sì più o meno risulta da altri e convergenti sondaggi nazionali e internazionali. La pubblica opinione, la gente fiuta a naso che euro vuol dire risparmi protetti, inflazione tenuta a bada, potere d’acquisto di salari e pensioni, niente crollo dei valori patrimoniali e niente maxi tasse patrimoniali. La gente non si fida a mollare l’euro, non vuole arrischiarsi su questa strada. La intuisce appunto come pericolosa. La gente capisce che sono soldi restare nell’euro, tenersi l’euro. Soldi, mica chiacchiere. Soldi, soldoni, soldi veri, roba seria. E sui soldi la gente non scherza.

Anche se gran parte della gente sta e vota per chi tresca, accenna, insinua e con l’uscita dall’euro oltre a far tutto questo ci prova, la gente l’euro se lo vuole tenere: sì all’euro 66!

Ma è la stessa gente, le stesse persone in carne e ossa, quella che fa sapere a chi l’intervista che la Ue, la Unione Europea la vuole ormai solo una minoranza di italiani. Appena il 44 per cento dichiara positivo e utile che l’Italia sia in Ue. Il 56 per cento degli italiani della Ue si sbarazzerebbe, dell’euro no. Non si accusi la pubblica opinione italiana di incoerenza, anzi di dedizione all’assurdo. Sì, è vero: euro ed Ue sono la stessa cosa, non si può avere l’uno senza l’altra. Pensare di dire sì all’euro e no alla Ue è semplicemente senza senso. Una contraddizione in termini. E’ un diffuso sentire che dimostra come gran parte della pubblica opinione di fatto non sappia o non voglia sapere osa è l’euro e cosa è la Ue. Una sorta di comoda e programmata ignoranza che fa da schermo e alibi.

Ma con le notizie non si polemizza: la pubblica opinione italiana vuole l’euro ma non la Ue. La Ue, cioè le regole. La Ue, cioè i doveri. La Ue, cioè avere la copertura dell’euro e dei paesi dell’euro ma in cambio, in ovvio cambio del non fare debiti a nome della Ue. E che la Ue debba coprire e garantire e pagare. La pubblica opinione italiana vuole botte piena e moglie ubriaca, vuole i vantaggi del soldo forte e protetto ma non vuole che qualcuno ponga limiti alla nostra voglia di spesa. La pubblica opinione italiana vuole andare sulla carrozza dell’euro ma farci sopra alla carrozza euro i suoi bisogni, come fosse la lira.

Botte piena e moglie ubriaca. E allora? Chi non le vuole entrambe? Un po’ tutti, è vero. Ma gli italiani più di tutti. Più di ogni altro popolo, gente ed elettorato europeo. E’ diffusa e profonda in Occidente l’insoddisfazione per le democrazie liberali e le loro istituzioni, di cui la Ue è una delle principali. Ma gli italiani ci mettono di più, ci mettono qualcosa che è nella loro storia, nella loro pedagogia sociale, ormai quasi nella loro civilisation. Gli italiani di più ci mettono la scarsissima considerazione che culturalmente, socialmente e politicamente hanno del rapporto tra diritti e doveri.

Nessun altro popolo come noi ha tra diritti e doveri un rapporto così sbilanciato. La pubblica opinione italiana si sente detentrice e destinataria di diritti. Diritti acquisiti, negati, scippati, dimezzati, vagheggiati, inventati. Diritti quanti ne vuoi. Doveri zero. Doveri economici, di bilancio, di affidabilità, coerenza…sempre zero. L’homo italicus non sente di avere altri doveri che verso se stesso, la famiglia, e dopo, molto dopo, il clan, la lobby. Lo Stato, la cosa pubblica, il prossimo, la collettività, il futuro? Nessun dovere.

E così pian piano ma neanche tanto piano il motto di vita per cui qua nessuno è fesso è scivolato, al fine degenerato e mutato in un qua siamo tutti furbi, anzi furbetti. Vogliamo l’euro (i soldi sicuri e protetti) ma non la Ue, cioè le regole da rispettare per proteggerli. Vogliamo far debito e cambiali anche con i soldi degli altri europei ma sui nostri debiti vogliamo mettano garanzia e non bocca. E i sondaggi ci fotografano quindi nella precisa postura dell’Italia prima. Prima in Europa per vittimismo, prima in Europa per massima concentrazione di vittime…percepite. E di prepotenti veri.