Terremoto Muccia, ultimo di 86.000 registrati da INGV dal 24 agosto 2016

di Fedora Quattrocchi 
Pubblicato il 10 Aprile 2018 - 12:05| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto Muccia, ultimo di 86.000 registrati da INGV dal 24 agosto 2016

Terremoto Muccia, ultimo di 86.000 registrati da INGV dal 24 agosto 2016

Terremoto Muccia. All’alba del 10 aprile 2018, una scossa di Magnitudo Momento 4.6 alle 5:11 e profondità a circa 9 km, a 2 km a sud di Muccia, l’ultimo di 86.000 terremoti registrati da INGV dal 24 agosto 2016.

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Negli ultimi giorni si era attivata una sequenza sismica nella zona di Muccia, nelle Marche, proprio al bordo NW della lunga fascia NW-SE della sequenza sismica 2016-2017 iniziata il 24 Agosto 2016 e di fatto ancora attiva.

Il 6 aprile l’Ingv scriveva: “In questi ultimi 30 giorni la zona a sud diCamerino, in provincia di Macerata, è stata interessata da un incremento di sismicità con terremoti che hanno raggiunto valori di magnitudo (Mw) pari a 4.0 il 4 aprile alle ore 4.19 italiane. Terremoti di magnitudo superiore a 2.0 dal 24 agosto 2016 al 6 aprile 2018 (ore 15)”.

In questa zona ero anche pochi giorni fa, il 6 Aprile 2018. Con me erano anche alcuni giovani impegnati nello studio dei transienti “a breve termine” sia di tipo sismo-geochimico che nel comportamento anomalo degli animali, soprattutto per il settore “Muccia” che non era stato ancora attivato e per il settore Spoleto-Foligno-Cannara, transienti che si possono verificare poco prima dei forti terremoti (minuti, ore, giorni).

In particolare a Muccia, durante il ricampionamento della griglia di siti già campionati nei mesi passati (evidenziavano una anomalia in radon nel gas dei suoli rispetto alle altre zone studiate dell’area norcina) il 6 Aprile – alla sorgente le Fontanelle –  il radon arrivava a 30 Bq/L, che è un valore molto elevato per essere una sorgentella molto superficiale montana, anche rispetto ai dati precedenti e limitrofi. La stessa sorgente ci era stata segnalata come “scaldata” in occasione del terremoto del 30 ottobre 2016 e per l’occasione era stata quindi campionata. Essa è quindi un “sito sensibile” per lo studio dei transienti associati a forti terremoti, da tenere sotto monitoraggio nel futuro, insieme ad altre sorgenti anche sulfuree, già evidenziate, nel settore sismogenetico NW-SE ancora non attivato, quello di Matelica – Fabriano che ora mi preoccupa più di altri settori, alla stregua della zona di Spoleto-Foligno-Cannara.

I cittadini sempre ci ripetono che: “poco ci interessano in questa fase di attivazione della sequenza sismica gli innumerevoli studi che invece si occupano della cosiddetta previsione a medio-lungo termine (anni, decenni, secoli), a cui si dedica invece il 90% degli studiosi del settore, con grande ridondanza”. Come non dargli ragione! E questo mi sprona a dedicarmi allo studio dei transienti a breve termine, spesso associati a forti terremoti imminenti.

Quindi a Muccia, che è una zona di transizione tra due settori sismogenetici, di cui quello di Norcia-Amatrice attivato e quello di Matelica-Fabriano ancora no, come se ci fosse una “asperità” di attrito molto consistente, ovvero la faglia è completamente immobile. Troppo immobile. Un GAP sismico.

Oltre a ribadire che servirebbe anche qui il migliore stato dell’arte del monitoraggio sismo-geochimico in continuo di tipo GMS2-GMS 3 – che ho potuto finora installare, con altri colleghi, solo in zona Etna, in Grecia ed in Piemonte nel passato (sequenza sismica di Nizza Monferrato nel 2000), perché ora va di moda invece installare inutili stazioni mono-parametriche radon, meno dispendiose, ma anche di basso livello rispetto al raggiunto stato dell’arte – posso dire, sempre rigorosamente a titolo personale, che l’area di Muccia, prima della scossa di stamattina, era interessata da una “nuvola” di epicentri, se consideriamo tutta la sequenza sismica dal 2016, con una estrazione di raggio 10 km centrato su Muccia e di  magnitudo superiore a 3.0, dal 1 Agosto 2016.

Si evince chiaramente che i terremoti si “bloccano” lungo un segmento di direzione anti-appenninica (NE-SW) oltre il quale, a Nord, il segmento di faglia storico di Matelica-Fabriano  di direzione appenninica (NW-SE) è completamente fermo, ovvero senza alcun epicentro rilevante negli ultimi 2 anni, nonostante tutta la sequenza sismica limitrofa. Quindi si tratta con ogni probabilità di una “asperità” (zona di attrito che quindi resiste al movimento), che produce un GAP SISMICO importante. In sostanza il segmento sismogenetico Matelica – Fabriano oltre Muccia è “troppo fermo” e vorrà muoversi per “raggiungere” il movimento del segmento sismogenetico già attivato, quello di Norcia-Amatrice a SE. Muccia semprerebbe essere lo “snodo” trasversale con massimo stress (e quindi massimo radon addirittura nelle sorgentelle superficiali!).

Per fortuna che ci sono segmenti trasversi tra i diversi segmenti sismogenetici, altrimenti essi sarebbero più lunghi e quindi con magnitudo anche maggiore. I nostri studi geochimici sui gas nel suolo (circa un centinaio di campioni in quella zona mettono in luce un allineamento anti-appenninico proprio a Muccia, caratterizzato da anomalie di radon rispetto a tutto il contesto regionale (su circa 1000 campioni fatti) e caratterizzato da un allineamento di chiazze nella vegetazione, dovute con ogni probabilità alla risalita differenziale di gas e calore al suolo. Anche il 6 Aprile  2018 il flusso di CO2 e di metano (CH4) al suolo era comunque relativamente elevato rispetto al contestoregionale. E’ indispensabile attivare anche per questi comuni il Questionario “La Terra ti parla impara ad ascoltarla”.