Terremoto di Roma: formiche e gatti lo avevano sentito? Il sesto senso degli animali…

di Fedora Quattrocchi
Pubblicato il 27 Giugno 2019 - 12:28| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Terremoto di Roma: formiche e gatti lo avevano sentito? Il sesto senso degli animali...

Terremoto di Roma: formiche e gatti lo avevano sentito? Il sesto senso degli animali…

ROMA – Il “Terremoto di Roma” del 23 giugno 2019 (ML 3.7) è stato un sisma “tettonico Appenninico” o un sisma connesso con i fluidi circolanti pertinenti al vulcanico quiescente dei Colli Albani? Lo stile e durata sarebbe diverso.

I cittadini lo hanno avvertito distintamente anche nella città di Roma, il 23 giugno 2019 alle ore 22:43 italiane. La prima domanda da porsi è la seguente: la faglia che si è mossa con energia pari a Magnitudo locale di 3.7, ad una profondità ipocentrale di circa 9 km, con qualche piccola replica minore e sede nel passato di terremoti storici come quello del 26 Agosto 1806 con magnitudo stimata pari a 5.6  (catalogo INGV CPT15) è: 

i) un mero movimento tettonico del sistema di faglie Appenniniche (NW-SE) con le relative faglie trasversali Anti-Appenniniche (NE-SW) di svincolo crostale tra segmenti di faglia appenninici adiacenti oppure  

ii) è pertinente ai sistemi di faglia periferici più disarticolati ed anche con andamento N-S,  della grande struttura vulcanica dei Colli Albani (il cosiddetto “Alban Hills Volcano” quale vulcano quiescente ma “attivo” in tempi “umani” preistorici)? 

In questo secondo caso, poiché si tratterebbe di una cosiddetta “unrest activity” vulcanica, ovvero una attività residua termometamorfico-idrotermale lungo sistemi di fratture non necessariamente di natura solo tettonica, ma con grande ruolo per i fluidi in risalita (prettamente gassosi, a prevalenza CO2 come gas carrier anche per H2S, il Radon ed altri gas endogeni,  proprio questo differente ruolo dei fluidi differenzierebbe lo stile della sequenza sismica e la durata di essa. 

Da una modalità prettamente tettonica nel primo caso infatti si distinguerebbe la seconda modalità che può comportare la presenza di “sciami sismici” più prolungati, sebbene spesso di non grande magnitudo massima, rispetto alla prima modalità tettonica, che ha eventi più isolati, caratterizzati da eventi singoli quindi, o “doppiette appenniniche” ma non proprio da una sismicità “a grappolo” a “a sciame” lungo una certa fascia sismogenetica, che in queste aree vulcaniche quiescenti spesso è proprio la zona di risalita di fluidi o di incrocio di faglie a differente angolazione, dove le grandi quantità di fluidi trovano una permeabilità diversa rispetto alle rocce circostanti. E a Colonna abbiamo grandissimi quantitativi di fluidi nel sottosuolo.

Si pensi anche all’Acquedotto Colonna (Sorgenti di grande portata come Acqua Vergine etc…) ovvero grandi acquiferi che se vengono caricati da grandi piogge che possono comportare il contatto tra acquiferi regionali stessi e grandi faglie “critically stressed”, allora tale movimento di fluidi percolanti meteorici verso il basso nella crosta può innescare una faglia silente che raggiungerebbe il punto di rottura proprio a causa di una nuova pressione di fluidi prima inesistente.

Quindi domandiamoci sempre quale tipo di situazione caratterizza terremoto più vicino possibile a casa nostra e rispondiamo anche a questo Terremoto di Roma di inizio estate 2019.

Prima di questo terremoto ho avuto diverse segnalazioni  – poche ore prima del sisma del 23 giugno 2019 – pervenutemi via messenger da parte dei cittadini, in particolare relative al comportamento di formiche e gatti. Ma questo è un altro capitolo, per un altro articolo in cui approfondire il contributo che può venire dalla particolare capacità sensoristica che hanno gli animali.

Si pensi all’olfatto dei cani 20.000 volte superiore al nostro. Che sensori naturali (a disposizione sempre il questionario che ho formulato fin dal 2014 ed usato da alcuni comuni dell’Italia centrale).