Pensioni d’oro niente tagli. Palazzo Chigi: Tito Boeri apprezzato ma stia calmo

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 27 Aprile 2015 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni d'oro niente tagli. Palazzo Chigi: Tito Boeri apprezzato ma stia calmo

Pensioni d’oro

ROMA – Franco Abruzzo ha pubblicato questi articoli sul suo blog, raccogliendoli sotto il titolo: “Pensioni, misure solo per dare e non per togliere”.

Palazzo Chigi frena: studiamo varie proposte ma non ci saranno tagli delle cosiddette pensioni d’oro. Propongo un articolo di Enrico Marro, pubblicato sul Corriere della Sera del 24 aprile corredato dai link a tre sentenze della Cassazione civile.

Enrico Marro ha scritto:

Non ci saranno tagli delle cosiddette pensioni d’oro. Lo ha detto ieri Carlotta De Franceschi, consigliere economico del premier Matteo Renzi, durante una tavola rotonda al convegno della cassa di previdenza dei commercialisti.

Parlando dopo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che aveva indicato la cassa come un esempio da seguire per il contributo di solidarietà che da anni ha previsto a carico dei pensionati con l’assegno calcolato col generoso metodo retributivo, De Franceschi ha fatto capire che la linea di Palazzo Chigi è diversa.

Alla domanda se il Governo interverrà sulle pensioni, ha risposto: «Apprezzo il lavoro di Tito Boeri, ma non vedo interventi sulle pensioni. Se si ragionerà sulle pensioni sarà non per togliere, ma per dare. In particolare, per i lavoratori anziani in difficoltà. Stiamo studiando varie proposte, ma come è noto bisogna rispettare gli equilibri di bilancio”.

Quindi, nonostante Boeri porti avanti l’«operazione trasparenza», cominciata con i dossier sui fondi speciali (volo, dirigenti d’azienda, ferrovieri, telefonici), tesa a dimostrare come le pensioni in pagamento siano molto più generose rispetto ai contributi versati e che quindi si potrebbe prevedere un prelievo di solidarietà su quelle più alte (tesi che Boeri ha sostenuto da economista), il governo si tiene alla larga da simili ipotesi, anche perché la Corte costituzionale ha più volte bocciato provvedimenti a danno dei «diritti acquisiti».

La Presidenza del Consiglio e il ministro dell’Economia stanno invece lavorando su ipotesi che hanno un altro obiettivo: non quello di riequilibrare il trattamento previdenziale tra vecchi e giovani (penalizzati dal calcolo contributivo) ma quello di evitare che i lavoratori più anziani, se licenziati, non restino senza stipendio e senza pensione perché non hanno ancora raggiunto i requisiti previsti dalla riforma Fornero.

Rispetto a questo problema si possono ipotizzare diversi interventi. Reintrodurre elementi di flessibilità sull’età pensionabile, ma costa molto. Prevedere un miniassegno anticipato per chi perde il lavoro a 2-3 anni dalla pensione, che poi lo stesso lavoratore restituirebbe a piccole rate mensili da quando comincerebbe a prendere la pensione piena. Potenziare l’Asdi, l’assegno aggiuntivo di disoccupazione per chi è vicino alla pensione e ha un basso reddito. Si deciderà a ottobre con la legge di Stabilità.

Le tre sentenze della Corte di Cassazione si possono trovare qui:

Casse, stop al prelievo di solidarietà. Illegittimo il contributo di solidarietà imposto ai pensionati della Cassa dottori commercialisti per il periodo 2009/2013. Un regolamento non può incidere sui diritti acquisiti e tagliare i trattamenti in essere.

Casse vincolate ai diritti acquisiti. La Cassazione, per la seconda volta in due giorni, nega il contributo di solidarietà sulle pensioni in essere. Il taglio dell’assegno non può passare da un atto amministrativo.

Cassazione, nuovo round ai vecchi iscritti alla Cassa dei dottori commercialisti. I supremi giudici hanno escluso la possibilità di incidere sui diritti acquisiti riducendo gli assegni attraverso il meccanismo dei contributi di solidarietà.