Pensioni d’oro. Tito Boeri e Tommaso Nencini: piace l’esproprio proletario
Pubblicato il 30 Settembre 2013 - 04:24 OLTRE 6 MESI FA
Anche due professoroni della Università Bocconi di Milano, Tito Boeri e Tommaso Nannicini, pensano che per aiutare i giovani bisogna tagliare le pensioni. E si chiedono “Quanto può restituire il pensionato d’oro?“.
Invece Tito Boeri e Tommaso Nannicini non dicono nulla sullo Stato che non riesce a incassare 737 miliardi di tasse accertate e sulla lotta ai patrimoni dei mafiosi e degli evasori. Questi sono i veri obiettivi che consentono di far cassa soprattutto con l’arma della confisca.
Tito Boeri e Tommaso Nannicini, stimati docenti, della Bocconi, hanno pubblicato sul sito lavoce.info un saggio dal titolo sgnificativo:
“Quanto può restituire il pensionato d’oro?“.
Nel testo si legge:
“Continua la discussione sulle pensioni d’oro e sul possibile “contributo di equità”.
Simulazioni su dati Inps confermano che il gettito sarebbe limitato. Ma garantirebbe risorse che potrebbero essere destinato alla tutela di generazioni penalizzate dal sistema di welfare…Chiedendo un contributo non tanto “a chi ha di più” ma in primo luogo “a chi ha ricevuto di più”, la nostra proposta potrebbe aggirare anche i dubbi di costituzionalità sollevati da una recente sentenza della Corte. Insomma: un contributo non per cassa, ma per equità“.
La Corte costituzionale, con la sentenza 106-2013, ha cancellato i tagli alle pensioni sopra i 90 mila euro, perché la normativa rappresentava “un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini (i pensionati)”.
In sostanza se lo Stato ha bisogno di risorse economiche devono pagare tutti, pensionati e lavoratori attivi. Non è più possibile mettere sotto torchio soltanto i pensionati. L’assunto è semplice e chiaro. E’ una perdita di tempo, quindi, discutere su quali e quanti tagli effettuare in danno dei pensionati. Non è più possibile.
Tito Boeri e Tommaso Nannicini non dicono nulla sullo Stato che non riesce a incassare 737 miliardi di tasse accertate e sulla lotta ai patrimoni dei mafiosi e degli evasori. Lo Stato deve scegliere questi obiettivi per far cassa utilizzando soprattutto l’arma della confisca in tempi rapidisismi.
Qualcuno dovrebbe sottolineare ai professoroni della Bocconi: a) che l’uguaglianza di trattamento è un valore costituzionale fondamentale tra cittadini in quiescenza e cittadini in attività; b) che lo Stato può recuperare i quattrini utili al rilancio dell’occupazione e dello sviluppo colpendo le mafie e i ladri (=evasori).
I professoroni della Bocconi non hanno distinto le pensioni costruite con il lavoro da quelle frutto di leggi e leggine ad personas. Sparare sul mucchio è molto facile, ma non è equilibrato e giusto. Gli espropri proletari sono una brutta pagina della cronaca italiana.