Genova: Vincenzi, ex “compagna” convertita. Corteggia Chiesa e Islam

di Franco Manzitti
Pubblicato il 9 Gennaio 2012 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – A un mese dalle Primarie, con le quali il centro sinistra genovese dovrà decidere quale sarà il suo candidato o la sua candidata per le prossime elezioni di Primavera, che eleggeranno il nuovo sindaco o la nuova sindaco ( o la stessa sindaco di prima) della seconda città italiana per importanza chiamata alle urne nel 2012, la questione è brutalmente diventata “di religione”.

Nella disperata contesa tra i quattro candidati(per la verità tre candidate e un singolo candidato) in una città annegata non solo nell’ultima alluvione ma nel dramma della Fincantieri, l’ultima grande fabbrica che sta per chiudere, su che temi contendono i concorrenti?

Sulla costruzione della Moschea islamica, questione trascinata inutilmente da un quinquennio e sull’Ici che la Chiesa potrebbe o dovrebbe pagare sulle sue immense proprietà immobiliari. Con un blitz pre natalizio la sindaco in carica, Marta Vincenzi, del Pd, costretta a risottoporsi alle Primarie, unico caso in Italia, ha varato in giunta la decisione di piazzare la Moschea (che a Genova esisteva già nel Medioevo in zona ovviamente portuale) in un quartiere sulle alture che si chiama il Lagaccio, periferia molto vicina al centro e alle spalle del porto, una collina brulla, tra una caserma in disarmo e palazzoni popolari.

Apriti cielo, anzi apriti scontro politico perfino dentro alla maggioranza di governo della città, dove i dipietristi hanno perfino minacciato di uscire dalla giunta di palazzo Tursi, se quella decisione a lungo rinviata andasse avanti. E anche, oltre agli scontri interni, la violenza reazione della Lega Nord, che da tempo in quel quartiere del Lagaccio ha piazzato le barricate anti Moschea. E ancora grande imbarazzo degli altri contendenti alle Primarie, la senatrice-generale (per i suoi precedenti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati) Roberta Pinotti e Marco Doria, erede del nobile doge ammiraglio, gloria della storia genovese, Andrea Doria, che sulla moschea avevano altre idee.

Non è bastato questo. Alla viglia dell’Epifania la signora sindaco è uscita con un’altra mossa religiosa molto spiazzante. Da vera laica, sembra arroccata su posizioni severe rispetto alla Chiesa e un po’ in fredda con il potente cardinale genovese Angelo Bagnasco, presidente della Cei, la Vincenzi ha compiuto una perfetta capriola, annunciando urbi e orbi che è un vero “can can” continuare a pretendere che la Chiesa paghi l’Ici per i suoi immobili. E’ giusto che non paghi!