Francia, elezioni regionali, sfuma sogno di Le Pen, Macron solo, destra moderata vince, socialisti in provincia

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 21 Giugno 2021 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA
Francia, elezioni regionali, sfuma sogno di Le Pen, Macron solo, destra moderata vince, socialisti in provincia

Francia, elezioni regionali, sfuma sogno di Le Pen, Macron solo, destra moderata vince, socialisti in provincia

Francia, la democrazia sta male, la destra moderata e i socialisti confermano il loro radicamento locale, Marine Le Pen e Emmanuel Macron possono preoccuparsi, soprattutto la leader dell’estrema destra.

Il primo turno delle regionali francesi, ultimo appuntamento elettorale prima delle presidenziali in programma la primavera prossima, non è di facile lettura. Ma invita tutti noi osservatori a non fidarci troppo dei sondaggi. Dato in testa in ben 6 regioni metropolitane su 13, il Rassemblement National della Le Pen è arrivato primo solo in Provenza e potrebbe essere sconfitto al secondo turno.

Quanto al partito di Macron, ha dimostrato ancora una volta la sua inesistenza. Il presidente, se così si può dire, brilla di luce propria, senza nessun vero aggancio nel Paese profondo.

Per il resto, la destra democratica sta meno male del previsto, la sinistra resta distanziata e gli ecologisti devono ridimensionare le loro ambizioni.

   I risultati elettorali di domenica 20 giugno 2021 inducono alla prudenza. Due terzi dei francesi si sono astenuti, il che rende fragile qualsiasi interpretazione degli umori politici del Paese. La fine delle restrizioni sanitarie, l’avvicinarsi dell’estate, lo scarso interesse per istituzioni come le Regioni, di cui pochi conoscono le competenze, hanno tenuto i francesi lontano dai seggi.

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Eppure, a caldo, si possono trarre alcune conclusioni, schieramento per schieramento.

   Cominciamo con i favoriti delle presidenziali. Macron può contare solo su sé stesso. Lo si sapeva e i sondaggi non gli davano molte speranze. Il presidente, grazie al netto miglioramento della situazione sanitaria, gode di una buona popolarità, nettamente superiore a quella dei suoi predecessori.

La battaglia che avrà inizio dopo la pausa estiva riposerà tutta sulle sue spalle e le sue scelte. Finora è stato abile ed intelligente, ma non è detto che basti per farsi rieleggere.

   Marine Le Pen, invece, si era illusa, sperava di conquistare almeno due regioni e soprattutto il posto di primo partito. Obiettivo fallito. Se ancora pochi giorni fa si poteva pensare che l’operazione di sdoganamento fosse ormai riuscita, oggi è legittimo dubitarne. La credibilità dell’estrema destra, soprattutto in un sistema politico-istiuzionale piramidale, resta debole.

   La destra democratica esce vincitrice dallo scrutinio. E ha forse trovato un suo candidato alle presidenziali. Ex ministro ed ex fedelissimo di Nicolas Sarkozy, il presidente della regione Alta Francia, Xavier Bertrand, sembra ormai l’unico in grado di portare i colori della destra per l’Eliseo. Malgrado abbia abbandonato il Partito repubblicano. Altri, come Valérie Pécresse, tenteranno di sbarrargli la strada, ma sarà problematico strappargli il ruolo di candidato ‘naturale’ dei moderati.

   La sinistra, infine, ha poco di cui rallegrarsi. I presidenti di regione socialisti hanno buone speranze di essere rieletti, ma la ‘gauche’ continua a pesare meno del 30 per cento, a non avere un leader e ad essere divisa.

Per il momento, è difficile vedere nei suoi ranghi qualcuno in grado di rianimare la fiaccola del fronte progressista. E’ bene tuttavia non dimenticare che niente è ancora deciso. Fino a gennaio-febbraio, tutti i giochi per le presidenziali sono ancora aperti.