Scandalo in Francia: lo scrittore Gabriel Matzneff come Polanski, gli intellettuali sapevano

di Giampiero Martinotti
Pubblicato il 27 Dicembre 2019 - 10:12 OLTRE 6 MESI FA
Scandalo in Francia: lo scrittore Gabriel Matzneff come Roman Polanski, gli intellettuali sapevano

Scandalo in Francia: lo scrittore Gabriel Matzneff come Polanski, gli intellettuali sapevano (foto da video YouTube)

PARIGI – Dopo il mondo del cinema francese, a disagio con il caso Polanski, adesso tocca al mondo letterario confrontarsi con una vicenda diversa, forse ancor più delicata, quella di Gabriel Matzneff, prolifico autore poco conosciuto fuori dai confini nazionali. Scrittore con una particolarità mai negata e anzi rivendicata : quella di amare gli adolescenti, maschi e femmine. Preferibilmente sotto i sedici anni. Un’inclinazione raccontata nella sua sterminata produzione letteraria, praticata nella vita reale e osservata con benevolenza dall’intellighenzia transalpina.

Oggi, però, una donna conosciuta nel mondo letterario parigino racconta, in un romanzo a chiave di facilissima interpretazione, non la storia di uno stupro, ma quella dell’orco che seduce e manipola le/gli adolescenti, facendo di loro il proprio giocattolo sessuale. Matzneff, che oggi ha 83 anni, non si è mai detto pedofilo, ma “filopede”. Politicamente è vicino alle tesi di estrema destra di Alain de Benoist, ma ha anche votato per la sinistra radicale. A metà degli anni Settanta, invitato da Bernard Pivot nella più formidabile trasmissione letteraria della storia televisiva, difendeva l’idea di amare ragazzine e ragazzini fra i 10 e i 16 anni.

L’epoca era libertaria : quando Matzneff si faceva avvocato di tre pedofili incarcerati, tanti intellettuali, a cominciare da Sartre e Deleuze, lo sostenevano. Ancora nel 1990, lo scrittore ribadisce le sue tesi in tv, sempre da Pivot. Solo una giornalista canadese inorridisce : “Sappiamo bene che le ragazzine possono impazzire per un signore che ha una certa aura letteraria. Del resto, sappiamo che i vecchi signori attirano i ragazzini con le caramelle. Il signor Matzneff li attira con la sua reputazione”.

L’intellighenzia francese difende lo scrittore : è un artista e quindi gode di un’indulgenza che altri non avrebbero. Solo una voce si leva contro di lui, quella del giornalista Guy Sitbon sul Nouvel Observateur. Oggi, invece, c’è molto imbarazzo. Matzneff ha pubblicato una cinquantina di libri (solo uno tradotto in italiano, secondo Wikipedia), molti da Gallimard. Una delle sue innamorate di un tempo, Vanessa Springora, oggi direttrice delle edizioni Julliard, ha raccontato la sua storia. Senza mai accusare Matzneff di un qualunque stupro, ma descrivendo minuziosamente il trauma, per una bambina di 13-14 anni, di finire nelle mani di un uomo di cinquant’anni. La difficoltà a ricostruirsi fra crisi, depressioni, psicosi.

Il caso è diverso da quello di Polanski. Per il regista, si può porre la questione del rapporto tra l’artista e l’uomo, tra l’opera e il comportamento privato. Per Matzneff è più difficile : la sua opera letteraria è in buona parte incentrata sulla sua passione per i giovanissimi sotto i sedici anni (Les Moins de seize ans è il titolo di un suo saggio in cui qualifica i ragazzini e le ragazzine sotto i sedici anni di terzo sesso). E ora Vanessa Springora mostra l’altra faccia del rapporto tanto esaltato da Matzneff. E’ la prima a farlo. Figlia di un’addetta stampa di una casa editrice, riconosce senza difficoltà di essere stata sedotta dall’uomo che aveva 50 anni quando lei ne aveva appena 14.

Ma la sua penna è affilata quando si tratta di descrivere la devastazione che una simile relazione provoca in un’adolescente : “A quattrodici, nessuno pensa che tu sia attesa da un uomo di cinquant’anni all’uscita da scuola, non si suppone che tu viva con lui in albergo, che ti ritrovi nel suo letto, il suo membro in bocca all’ora della merenda”. I pochi intellettuali che hanno accettato, negli ultimi giorni, di prendere posizione sono laconici. C’è chi se la prende con il puritanismo e chi prende le distanze, la maggioranza preferisce tacere, anche perché all’epoca quasi tutti sapevano.

Eppure, Vanessa Springora pone una questione che va ben al di là della letteratura e investe i rapporti umani, la sessualità, il dominio e la prevaricazione anche quando sono esercitati con la seduzione. Una domanda che l’editrice e scrittrice pone con molta semplicità : “Come ammettere di essere vittima di un abuso sessuale, quando non si può negare di essere stata consenziente ? Quando si è sentito un desiderio per un adulto che non ha tardato ad approfittarne?”. Per il momento, l’intellighenzia parigina preferisce tacere. Imbarazzata.