Giuseppe Conte, 12 pagine di ego. A Londra chiedono: parente di Antonio?

di Lucio Fero
Pubblicato il 23 Maggio 2018 - 10:30| Aggiornato il 17 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Conte, 12 pagine di curriculum piene di ego. A Londra chiedono: parente di Antonio?

Giuseppe Conte, 12 pagine di ego. A Londra chiedono: parente di Antonio? (foto Ansa)

ROMA – Giuseppe Conte, 12 pagine di curriculum. Quando quello di Obama non supera le due di pagine. Forse il problema [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] è tutto lì, nella necessità di riempire quante più pagine possibili, nella voglia di abbondare, inzeppare, dilatare il racconto della propria vita pubblica. Forse il problema è nel concepire un curriculum all’insegna del più grosso è meglio è. E nello scriverlo con l’obiettivo della lunghezza. Forse il problema è in quelle ben 12 pagine, allungate da un ego insospettabilmente lungo.

Non altrimenti può spiegarsi la scelta dell’autore del curriculum (e del suo ego) di trasformare micro soggiorni, magari visite nelle sedi di Università all’estero in momenti di perfezionamento professionale e culturale. Alla New York University non risulta, al massimo una visitina di un paio di giorni. Non risulta alla Sorbona e neanche a Cambridge e a Vienna l’istituzione culturale segnalata è solo una scuola di tedesco.

In tutti questi luoghi Giuseppe Conte afferma, comunica, rivendica di essere stato. E non c’è motivo di dubitarne. C’è stato di sicuro. Ma le sue visite e presenze sono state dilatate non in quantità ma in qualità. Sono state elevate al rango di periodi e percorsi di studio, perfezionamento professionale e culturale da…un ego lungo 12 pagine! Ego di professore, non privo però di un suo tocco provinciale: quell’infilarsi al bavero medagliette e coccarde dai nomi che fanno scena, quei Sorbona, Cambridge, New York messi lì a épater le bourgeois.

Dunque un possibile presidente del Consiglio dotato di un ego lungo 12 pagine, di un ego che non si tiene. Un possibile premier ufficialmente vanitoso alquanto, come si evince da pubblico curriculum. C’è da sperare non sia altrettanto suscettibile. C’è da sperare soprattutto sia infondata l’analogia maligna tra l’indulgere nel trasformare una passeggiata e visita in un corso di perfezionamento e il trasformare il grido di Di Maio (“I soldi ci sono”) in soldi veri.

A proposito di soldi, le demo plutocrazie, gli gnomi della finanza, i centri mondiali dei complotti giudomassonici, il governo planetario occulto degli occulti poteri, la congiura permanente contro i popoli, quelli che nascondono la presenza degli alieni e nascondono pure la cura già trovata contro il cancro e nascondono anche i miliardi e miliardi che ci sono e tutto per far dispetto alla gente, quelli dell’Europa per imprigionare i popoli…insomma  le democrazie occidentali che hanno l’imperdonabile torto di averci fatto vivere per 70 anni in pace, libertà e prosperità, a proposito di soldi e d’Italia si chiedono: Giuseppe who?

Già, non è tanto che il professore avvocato Giuseppe Conte non sia notissimo all’estero nonostante maxi curriculum, è che ignota è la sua politica economica, la sua concezione dell’economia, della finanza, il suo senso della politica estera. Giuseppe who? E’ la domanda di chi presta soldi all’Italia e di chi in Italia investe soldi. E di chi si aspetta che l’Italia tenga fede alle sue obbligazioni. E per ora l’unica risposta chiara e certa che è possibile fornire in Europa su Giuseppe Conte è che no, non è parente di Antonio Conte.

Infine ma non ultimo: dato al curriculum Conte quel che è di Conte curriculum, occorre non essere ipocriti. L’avvocato professore Giuseppe Conte non è un parvenu, tanto meno un imbucato, nel ceto dirigente italiano. Anzi, la sua dimensione professionale è di quelle che si possono definire d’apice o giù di lì. I vecchi ceti dirigenti la gente non li vuole più, punto. I ceti dirigenti che i nuovi politici vittoriosi (anche quelli sconfitti in verità) possono mettere in campo questi sono, non altro. Ceti dirigenti che condividono molto con il popolo e al popolo sono molto vicini in vanità, superficialità, ingenuità, irresponsabilità.