Gli attacchi alla Cisl sono un pericolo per la libertà e la democrazia

Pubblicato il 6 Ottobre 2010 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA

Inservienti ripuliscono la sede nazionale della Cisl

No: non ci siamo proprio, non esiste giustificazione alcuna per gli assalti alla sede della Cisl. Abbiamo sempre difeso il diritto al fischio, al dissenso, alla civile contestazione contro chiunque abbia una carica pubblica, ma il diritto al dissenso, sacro e inviolabile, non ha nulla a che vedere con i candelotti, con gli assalti alle sedi sindacali, con il lancio di oggetti contro i sindacalisti, siano essi della Cisl o di qualsiasi altra organizzazione.

In questo paese l’assalto alle sedi sindacali rievoca stagioni tragiche e che nessuno vuole rivivere, neanche per un istante. Non abbiamo condiviso e non condividiamo alcune delle scelte della Cisl, ma proprio perchè vogliamo essere liberi di esprimere le critiche più radicali, dobbiamo contribuire ad isolare i violenti, i provocatori e comunque chiunque, per qualsiasi ragione, passi il segno tra la libera espressione delle proprie opinioni, anche le più dure, e chi invece osi tramutare le parole in pietre, in sputi, in lancio di oggetti.

La libertà della Cisl, ma anche quella della Uil, della Cgil, della Ugl, dei Cobas, delle sedi di Confindustria sono la premessa per garantire le libertà individuali e collettive, per sbarrare la strada a chi vorrebbe utilizzare questi atti scellerati per mettere la museruola agli oppositori, per varare norme d’emergenza, per restringere gli spazi democratici.

Bene hanno fatto la Cgil e la Fiom a condannare con durezza questi atti che, da sempre, sono estranei alla loro tradizione. Bene faranno anche tutti gli altri a contrastare ogni atto di esclusione ed ogni pregiudiziale nei confronti della più grande organizzazione sindacale italiana e alla quale ci sembra doveroso dare atto di avere sempre e comunque avversato con durezza ogni forma di violenza e di estremismo, pagando prezzi politici ed umani altissimi.

Dividiamoci pure su tutto, ma non apriamo mai varchi a chi confonde la dialettica delle idee con quella delle armi.

E già che ci siamo ci piace ribadire, anche su questo spazio, la nostra solidarietà a Maurizio Belpietro, con il quale vorremmo poter litigare aspramente per almeno un secolo.