Targhe alterne per tutti

Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Conduttori a targhe alterne? Pare proprio di si, stando almeno alla bozza di regolamento presentata in commissione parlamentare di vigilanza, dal senatore berlusconiano Butti. Pur di colpire i vari Santoro, Floris, Gabanelli si sono inventati la rotazione settimanale e obbligatoria dei programmi di approfondimento, in modo tale da diluire gli appuntamenti, di infastidire gli ascoltatori, di ridurre il diritto dei cittadini ad essere informati sulle vicende più scabrose che stanno travolgendo l’Italia.

E’ assai probabile che si possa trattare di una proposta provocatoria per distrarre l’attenzione generale dalle altre norme del regolamento e, soprattutto, a non affrontare la vera questione: la sostanziale abrogazione della legge sulla par condicio. Tutti i dati raccolti dalle autorità di garanzia segnalano una sproporzione enorme tra la sola presenza di Berlusconi nei tg e il resto del mondo. Sino ad oggi le medesime autorità non hanno avuto la forza di affrontare e risolvere la questione.

Le proposte di Butti e dei suoi autorevoli consiglieri puntano a cancellare questo sconcio e a spostare l’attenzione sui conduttori a targhe alterne, o meglio a settimane alterne. Questo regolamento, così come è stato concepito, è solo e soltanto una variante della legge bavaglio, una sorta di “regolamento manette” e come tale andrà respinto al mittente e se non sarà possibile farlo spetterà ad ogni giornalista e al loro sindacato impugnare il testo e rifiutarsi di obbedire ad una norma iniqua ed oscurantista.

Una ultima annotazione, infine: per quale ragione il senatore Butti non ha proposto anche i tg a settimane alterne? Per esempio perchè il tg3 non potrà andare in onda sui Raiuno alle venti e viceversa? Come mai la norma non riguarda anche quei contenitori del mattino e del pomeriggio che durano ore e distribuiscono il berlusconismo in dose massiccie e quotidiane?

Perchè mai queste regole manetta non valgono per il tg e i programmi di proprietà diretta del presidente del consiglio? Questa bozza di regolamento va dunque bocciata per le cose gravissime che contiene e per le cose altrettanto gravi che non contiene.

Al di là delle chiacchiere, si tratta solo e soltanto di un pezzo, non secondario, di quel piano che si propone di assistere mediaticamente un presidente impegnato nella lotta per cancellare tutto quello che non gli piace: dal Quirinale alla Corte Costituzionale, dalla scuola pubblica a quello che resta della libera informazione.

Tutte quelle e tutti quelli che non vogliono essere oscurati sono invitati alla manifestazione che si svolgerà a Roma, e in tante altre piazze italiane, con il tricolore in una mano e la Costituzione nell’altra.