Cosa ha chiesto davvero Berlusconi a Monti?

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 24 Febbraio 2012 - 12:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Della giustizia non ha parlato più di tanto, sa perfettamente che il professore non ama affrontare questi temi e soprattutto non metterà mai bocca sulle sentenze, tanto meno si lancerá in una campagna contro i giudici,dopo la eventuale condanna di Berlusconi. Il Cavaliere, invece, ha affrontato le questioni che davvero gli stanno a cuore e che riguardano, sempre e comunque, la cassa, il suo conflitto di interessi, la autorità di garanzia delle comunicazioni e la Rai.

Ha ricominciato con la solita sceneggiata dell’esproprio, del complotto ordito dai poteri forti contro di lui ” uomo candido e debole”, e ha chiesto garanzie, in cambio del voto di fiducia. In particolare ha chiesto un rinvio dell’asta per la assegnazione delle frequenze digitali ed un trasferiemento del contenzioso alla autorità di garanzia delle comunicazioni. Da qui anche la preoccupazione per il nome del prossimo presidente della autorità medesima, che scadrà a marzo, il nuovo sarà indicato proprio da Monti. Il presidente del consiglio dovrà scegliere tra un garante della conservazione e del conflitto di interessi ed un mastino della concorrenza, del libero mercato, della paritá di accesso ai mezzi di comunicazione per le forze politiche e sociali.

Per quanto riguarda la Rai Berlusconi ha sconsigliato qualsiasi riforma che vada nel segno della modifica della Gasparri e della sostituzione di quello che è ormai considerato uno dei peggiori gruppi dirigenti della storia del servizio pubblico. Del resto, nei suoi panni, avremmo fatto lo stesso, perchè rinunciare a questa ” ultima raffica di viale Mazzini” che ti assicura fedeltà politica e tiene bloccato quello che un tempo era considerato il principale concorrente. Di questo, ne siamo certi, ha parlato Berlusconi.

Meno certe, invece, sono le risposte di Monti, forse ha soprattutto ascoltato,e forse ha davvero compreso come il conflitto di interessi sia, ancora oggi,il vero macigno che continua a pesare sulla democrazia italiana. Eppure anche per Monti, su questi temi, si sta avvicinando il momento delle scelte. Quelli che si indignano per i passi i dietro che il governo è stato costretto a compiere in materia di taxi e di farmacie, potrebbero scoprire che il governo potrebbe essere costretto, in materia di aste, di frequenze, di pubblicità, di Rai, a compiere passi indietro di ben altra portata. Naturalmente speriamo ardentemente di essere smentiti.