Boldrini e Grasso: da Bersani una scelta coraggiosa e innovativa

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 16 Marzo 2013 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

 

grasso piero

Piero Grasso, eletto presidente del Senato

Questo 16 marzo, con la elezione a presidente della Camera di Laura Boldrini e a presidente del Senato di Piero Grasso,  resterà sul calendario politico come una vittoria del segretario del Pd Pierluigi Bersani e di chi ancora crede nella centralità della politica e delle istituzioni. Forse il governo non lo guiderà Bersani, forse si tornerà al voto entro ottobre, ma per una volta lasciamo ad altri il compito di scrutare il futuro e di individuare tuoni e fulmini che, comunque, continueranno a scaricarsi sul Pd e sullo stesso  Bersani.

Molti, anzi moltissimi già si apprestavano a sghignazzare per la batosta in arrivo, per la scissione del Pd, per gli inciuci che avrebbero regalato un nuovo tsunami a Beppe Grillo, invece non è andata così e, per di più, sono state elette due persone dalla biografia limpida e coerente.

Laura Boldrini ha trascorso la sua esistenza dalla parte degli ultimi, ha praticato la inclusione sociale, ha contrastato la violazione dei diritti, tutelando e la ferocia dei respingimenti in mare.Per queste ragioni la destra più becera arrivò a chiedere la sua rimozione dalla funzione di portavoce dell’alto commissariato per i rifugiati.

Pietro Grasso rappresenta uno dei simboli della lotta alla mafia e alla corruzione, uno che la questione morale l’ha vissuta ancora prima di declamarla, uno tosto che non farà sconti a nessuno.

Si tratta di due presidenti che hanno nel cuore la Costituzione e presidieranno la legalità repubblicana anche contro i molestatori che marciano contro i tribunali.

Dal momento che non abbiamo mai risparmiato critiche al gruppo dirigente del Pd, ci sembra oggi onesto dare atto a Bersani di aver compiuto una scelta coraggiosa, innovativa, che ha spiazzato amici e, soprattutto, avversari, con i grillini improvvisamente in affanno, travolti dalla ondata di proteste di chi li accusava di star sospesi tra i Grasso e gli Schifani.

Forse anche loro hanno cominciato a scoprire che nelle assemblee elettive, oltre a porre domande agli altri, bisogna anche votare, decidere, assumere la responsabilità di una scelta.

Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni, ma non ci vuole molta fantasia ad immaginare che, dopo questo 16 marzo, anche la scelta del nuovo Presidente del Consiglio e del prossimo Presidente della Repubblica non potranno seguire i binari di sempre e che le sorprese potrebbero essere all’ordine del giorno.

Meglio comunque della morta gora che stava affossando le istituzioni democratiche.