Da Berlusconi a Gheddafi: diritti umani? sì, ma con giudizio

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 00:40| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Gheddafi

“Come possiamo tacere sulla dittatura comunista a Cuba?”, urlava cianotico un deputato berlusconiano.

“I diritti civili prima di tutto, l’embargo contro Cuba va mantenuto..” strepitava un robusto padano in camicia verde.

“Non possiamo dimenticare i giornalisti, i blogger, gli intellettuali incarcerati o ancora in carcere..”,a ggiungeva un terzo.

Come dare loro torto? Non vi è dubbio che a Cuba ci sono state e ci sono intollerabili violazioni dei diritti umani, politici e civili e non giova a nessuno, tanto meno alla causa del socialismo, far finta di non vedere o di non sapere.

Non si era ancora spenta l’eco della seduta parlamentare e nell’aria continuavano a vibrare le nore della indignazione, quando sui nostri schermi, a reti unificate, sono comparsi in tandem il colonnello Berlusconi e il colonnello Ghedaffi, teneramente abbracciati, novelli protagonisti della ribalta estera e campioni dei diritti umani, anzi il colonnello ha scelto proprio il suo omologo italiano per liberare il malcapitato imprenditore svizzero.

Nei mesi scorsi, addirittura, il parlamento italiano ha realizzato un importante piano di cooperazione con la Libia.

In quella occasione gli sdegnati speciali sono stati zitti, non hanno ritenuto di parlare dei diritti civili violati, hanno ignorato i dissidenti incarcerati, non si sono commossi per le censure e le violenze, non hanno invocato l’embargo, anzi ne hanno sostenuto la inutilità e la pericolosità.

Adesso tutto è più chiaro, persino Ghedaffi può tornare buono se può regalare un set e l’apertura del tg 1 ad un vecchio leader che ha bisogno di distrarre l’attenzione dai tagli, dai bavagli, dai continui mugugni dei suoi alleati.

E i diritti umani? Che vadano a farsi sfottere, con quelli non si prendono certo voti!