A quando la fiducia sul processo medio?

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 28 Luglio 2011 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A quando la fiducia sul “processo medio”? Nelle scorse settimane le Camere erano state chiamate a votare la fiducia sul “processo breve”, adesso il Senato è stato chiamato a votare le fiducia sul “processo lungo”. Cosa non si fa per compiacere il padrone e signore del conflitto di interessi.

C’è da restare sconcertati, mentre infuria il dibattito sulla questione roale, mentre le borse crollano, mentre le forze sociali chiedono una svolta immediata, Berlusconi i suoi ricorrono alla ennesimo voto di fiducia pur di garantire immunità ed impunità. Affari loro? Neppure per sogno questi gesti, queste scelte, alimeteranno quella che viene chiamata l’antipolitica, che tra il suo alimento dalla malapolitica, l’una non potrebbe vincere senza l’altra, vivono in simbiosi.

Cosa diranno i giornali di famiglia che, in queti giorni, cercano di cavalcare la rivolta contro il Parlamento e contro la “casta”? Denunceranno questo voto scellerato? Chiederanno le dimissioni dei pretoriani? Faranno sapere agli italiani quanto gli costano questi voti di fiducia, questa paralisi delle Camere, queste sedute dedicate alla approvazioni di norme ad personam?

No, non lo faranno, perchè a loro la “questione morale” serve solo a coprire la “questione immorale”, la privatizzazione dello Stato e delle sue funzioni. Proprio per questo spetterebbe alle forze di opposizione presentare un piano serio, realistico, rigoroso per tagliare davvero i costi della politica, a partire dalla legge elettorlae, dal ritiro dai consigli di ammnistrazione, dal dimezzamento dei parlamentari, dall’abrogazione delle province.

Pochi, concresissimi punti, concodati tra tutte le opposizioni politiche e sociali, da portare subito in parlamento, da sottoporre alla discussione e al voto, così le cittadine e i cittadini potranno valutare atti, comportamenti e , soprattutto, coerenze tra dichiarazioni e voti.

Siamo sicuri che i giornali di famiglia non avranno esitazioni a sottoscrivere questa mozione, anzi siamo certi che persino l’editore di riferimento non farà mancare il suo consenso ad una simile mozione parlamentare, anzi otterrebbe persino di chiedere il voto di fiducia, e, almeno per una volta, non gli faremmo certo mancare il nostro consenso. Restiamo in attesa di un cortese cenno di riscontro.