Meglio i fischi per Dell’Utri che l’ossequio per Berlusconi

Marcello Dell'Utri

Non so fischiare, anzi ho sempre provato una grande invidia per Giovanni Trapattoni capace di mettersi quattro dita in bocca e di emettere suoni disumani. Non solo non so fischiare, ma, grazie ai miei genitori, politicamente corretti, non ho mai pensato di contestare rumorosamente un avversario o, addirittura, di interrompere un comizio o una iniziativa altrui.

Per queste ragioni non mi sono mai piaciute le iniziative di disturbo e tanto meno le cosiddette goliardate, che spesso sono promosse con il solo obiettivo di guadagnare una foto e una breve di cronaca. Date le premesse non mi ero per nulla entusiasmato alla notizia che il signor Dell’Utri, chiamato a presentare i cosiddetti diari segreti di Mussolini, fosse stato costretto a battere in ritirata dalla contestazione di un gruppo di cittadini, indignati per la sua presenza, ancor più che per il suo “revisionismo storico”, per altro già liquidato dai più rigorosi storici della materia.

A colpire la mia attenzione sono state invece le indignate reazioni di Cicchitto, di Capezzone e di altri fedelissimi che si sono scatenati in comunicati di fuoco contro”gli squadristi, i fascisti, i nuovi mazzieri..”, e l’elenco degli indignati speciali potrebbe proseguire.

Peccato che tutti questi signori non abbiano mai aperto bocca e tanto meno fischiato quando lo stesso Dell’Utri veniva condannato in primo e secondo grado per i suoi rapporti con la mafia.

Allo stesso modo hanno taciuto quando l’Italia intera ha appreso che il mafioso Mangano fu proposto da lui a Berlusconi in qualità di giardiniere della villa di Arcore. Sempre lui uscendo dalla aula del tribunale ci ha fatto sapere di considerare Mangano un eroe per non aver risposto alle domande dei magistrati. In qualsiasi altro paese, con questo curriculum si saluta e si abbandona la vita pubblica, senza neppure bisogno di essere sollecitati, solo in Italia si può pensare di continuare a fare l’europarlamentare e di aggirarsi tra una sala e l’altra per procedere alla contestuale santificazione del duce e dell’amico Silvio.

Continuo a pensare che non sia bene disturbare le iniziative altrui, ma preferisco quei cittadini che amano la legalità e la Costituzione e la difendono anche a colpi di fischi, a quanti non hanno mai trovato il tempo e la voglia di far sentire la loro voce per esprimere il più flebile dissenso dall’amico Marcello.

Del resto chi tocca Marcello tocca Silvio, con quel che ne consegue, meglio molto meglio mostrare i muscoli e chiamare squadristi cittadine e cittadini che non potranno mai replicare, si corrono meno rischi e si ottiene qualche onorificenza in più….

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