G8, condanna a De Gennaro. Solidarietà a due facce

Pubblicato il 19 Giugno 2010 - 16:03| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Gianni De Gennaro

“Grazie De Gennaro siamo tutti con te.., la condanna in appello non ci interessa..la nostra fiducia non è minimante intaccata..la colpa è dei giudici..basta con le toghe rosse..anche se siamo alla opposizione non possiamo dimenticare la serietà e la professionalità di De Gennaro..”. Così, in modo traasversale, un coro da unità nazionale ha accolto la decisione del tribunale di conferamare la condanna, anche in appello, contro De Gennaro perchè avrebbe indotto alcuni testi a mentire sulla trasformazione della caserma Diaz di Genova in un mattatoio.

Quella notte, lo ricordiamo, ci consegnò alla vergogna in Europa, per alcune ore fu sospesa la Costituzione e autorevolissimi e moderatissimi commentatori scrissero “di sospensione dello stato di diritto e di violenza in salsa cilena”.

Per quale ragione il tribunale,che in altri casi è stato apprezzato per il suo equilibrio, si sarebbe accanito solo contro De Gennaro? Perché dovrebbero essere condannati poliziotti e funzionari e non i loro superiori? Forse sarebbe anche il caso di risalire ai mandanti politici, senza riguardi per nessuno. Non discutiamo le qualità di De Gennaro e neppure il ruolo positivo svolto in momenti delicatissimi per la vita della Repubblica, ma non condividiamo affatto il coro trasversale. Perché in altri casi il coro non ha aperto bocca? Perchè, per essere paradossali, tanto accanimento verso il ministro Scaiola, ancora non condannato e tanta solidarietà in questo caso?

In ogni caso quanto sarebbe costato, anche in termini di sensibilità politica e umana, esprimere la stessa solidarietà ai genitori di Carlo Guliani, ai ragazzi che furono bastonati, ai cronisti accusati di aver fornito versioni false? Loro sarebbero stati i falsari, non chi ha fatto o indotto altri a fornire false testimonianze, disonorando lo stato e la divisa che indossavano. Molte di quelle bugie, sarà appena il caso di ricordarlo, furono svelate dalle intercettazioni telefoniche, da coraggiosi cronisti che le pubblicarono e le fecero ascoltare in tv e per radio. Proprio per questo hanno bisogno di una legge bavaglio che consenta di ripetere l’esperimento a luci spente e magari con il silenziatore.