Giulietti e la manifestazione per la libertà di stampa: “Dissentire non vuole dire oltraggiare: e Garimberti dorme?”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 4 Ottobre 2009 - 16:48| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Giulietti

Giuseppe Giulietti

Ciascuno di noi ha il diritto di pensarla come vuole a proposito della grande manifestazione per la libertà di informazione che si è svolta a Roma, ma nessuno può permettersi di oltraggiare, insultare minacciare donne e uomini che hanno deciso di manifestare la loro passione per la Carta Costituzionale. I direttori del polo unificato Raiset, con le sole eccezioni del Tg3 e di Rainews, hanno fornito la migliore dimostrazione di quanto sia a rischio, in particolare nel settore delle tv, la libertà di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati.

Il direttore del Tg1 , che dirige un Tg pubblico finanziato dal canone di tutti i cittadini, ha addirittura sentito il bisogno di scendere in video e di mettere la sua faccia ad un vero e proprio comizio che altro non era che la recita letterale dei comunicati e delle prese di posizione degli esponenti più estremi della destra berlusconiana. Perché il direttore ha sentito questa impellente necessità ? Perché un direttore sente il bisogno di urlare a muso duro che lui è sempre e comunque schierato con il suo presidente editore? In ogni caso come si può permettere quel direttore di deformare una manifestazione cancellando quello che non gli piace?

Per dimostrare che si trattava di una piazza “rossa”convocata per dare man forte ai compagni di Repubblica e dell’Unità, il prode Minzolini ha dovuto omettere gli interventi e i messaggi arrivati, per fare un esempio,dall’Avvenire,da Famiglia cristiana, da decine di testate diocesane, dalle principali testate giornalistiche italiane, anche da quelle assai distanti dalla sinistra politica e sindacale .

Non contento ha deciso di non dare rilievo alcuno allo scrittore Roberto Saviano e all’ex presidente della Corte costituzionale Onida. Non solo dunque Minzolini ha insultato migliaia di cittadini, ma ha anche omesso di fornire particolari essenziali per poter comprendere quanto era accaduto. Lo stesso hanno fatto, come se una stessa mano avesse coordinato la regia, altri Tg del polo Raiset, anche se nessuno ha osato imitare il buon Augusto, che sembra aver suscitato l’invidia di Emilio Fede che , si fa per dire, aveva preferito toni più contenuti.

Tanta rabbia e tanta esibita riverenza nei confronti del capo tradiscono, evidentemente, il nervosismo di chi sperava nel fallimento del appuntamento di piazza del popolo.

Quanto è accaduto, tuttavia, non può essere liquidato con una battuta o con la finta indignazione. Bisogna porre domande ed esigere risposte. Tanto per cominciare il presidente di garanzia Garimberti e il direttore Masi a che ora e in quale edizione del Tg garantiranno il diritto di replica a chi è stato cancellato e oltraggiato? L’autorità di garanzia,sempre così sensibile alle trasmissioni di Santoro o di Rai3, acquisirà le cassette, farà finta di guardarle, balbetterà qualcosa?

Mercoledì prossimo il parlamento europeo discuterà della situazione della libertà dei media in Italia, se fossimo nei panni degli europarlamentari italiani rinunceremmo ad intervenire e consegneremmo alla presidenza la cassetta con tutti i servizi relativi alla manifestazione, a partire dall’editoriale di Minzolini. Non ci sarà bisogno di alcun ulteriore commento per far comprendere alla intera aula, destra compresa, che la libertà di informazione è davvero ammalata e che la metastasi italiana potrebbe presto contagiare anche gli altri paesi dell’unione europea.