Giulietti: “Grazie Zaia!” e a Berlusconi: “La brace di Bossi brucerà più della padella di Fini”

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 13 Agosto 2010 - 13:28| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Luca Zaia

“Grazie Zaia…”, contrariamente a tanti commentatori che si sono scagliati contro il presidente della regione Veneto che vorrebbe trasferire Venezia in Catalogna, noi ci permettiamo di ringraziare l’esuberante Luca che, magari senza volerlo, è riuscito a rimettere al centro della attenzione la politica, rendendo ancora più evidenti le ragioni vere della rottura che si sta consumando nella destra italiana, altro che casa a Montecarlo.

Che cosa ha detto Zaia? Nulla di particolare, ha solo rilanciato i temi più cari al Bossi di lotta, quello che si prepara alle campagne elettorali prossime venture.

Così Zaia ha riscoperto l’autonomia del Veneto, ha improvvisato qualche similitudine con la Catalogna, che del Veneto non è neppure lontana parente, ha fatto balenare i lampi di una futura possibile secessione, ha delineato i confini di una regione che potrebbe allontanarsi dall’Italia, ha ripreso toni e modi ispirati al dito medio di Bossi, futuro professore di scienza della comunicazione, ”per chiara fama”.

Naturalmente le parole di Zaia hanno suscitato un vespaio di reazioni negative, dentro e fuori la maggioranza. Quella della opposizione di centro sinistra era ovviamente prevedibile, ma altrettanto dura, forse di più, è stata quella della destra che viene da Alleanza nazionale e non solo nella versione finiana

Il merito di Zaia è stato quello di aver reso visibile un dissenso, dentro la maggioranza, che riguarda l’idea di nazione, il rapporto tra nord e sud, le politiche della accoglienza e il rapporto con la Chiesa, il federalismo e la sua concreta applicazione, per fare solo qualche esempio.

Questioni simili non sono ricucibili neanche a colpi di dossier, prima o poi la politica è destinata a riemergere e a prendersi le sue rivincite.

Zaia, tuttavia, va ringraziato perché quello che ha fatto emergere non è solo il dissenso con la destra di Fini, ma anche con quella parte di Forza Italia, basti pensare al ministro Galan acerrimo avversario dell’attuale presidente del Veneto, che mal sopporta le posizioni della Lega e che avverte il rischio che, nelle regioni del nord, il partito di Bossi si possa divorare ciò che resta del Pdl.

Ci sbaglieremo ma la provvidenziale sortita di Zaia è destinata a smuovere le acque ben oltre i confini del Veneto.

Non casualmente Berlusconi,Tremonti e gli ultrà del rapporto con le camice verdi per ora tacciono, stanno a guardare, non sanno bene che pesci pigliare, incerti tra la necessità di non rompere con l’amico Umberto e l’atroce sospetto di poter essere finiti tra due fuochi, quello di Fini e quello di Bossi, presto, molto presto potrebbero scoprire che la brace di Bossi e di Zaia è assai più insidiosa della padella di Fini.