Ci risiamo col metodo Boffo!

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 10 Novembre 2013 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Beatrice Lorenzin

Beatrice Lorenzin

ROMA – Ultima della lista la ministra Lorenzin, che in una intervista a Repubblica, ha evocato il rischio che i ” Diversamente berlusconiani” siano ora sottoposti non solo ad un duro attacco poltico, ma anche ad “Massaggio mediatico” a colpi di dossier e di gossip di varia natura. Qualche settimana fa persino Alfano, per anni un fedelissimo del Cavaliere, ha evocato questo rischio, aggiungendo anche un esplicito: “Noi non ci faremo eliminare con il metodo Boffo…”.

La medesima espressione l’ha utilizzata la ministra Cancellieri che ha reagito alla legittima ondata di critiche con uno stentoreo:” No, con me il metodo Boffo non funziona”. Si tratta, per altro, di persone autorevoli e che hanno ricoverato e ricprono ruoli chiave alla guida dei ministeri degli interni, della giustizia, della salute, dunque si tratta di persone informate dei fatti, se evocano il metodo Boffo significa che lo conoscono e lo temono come la peste.

Dal momento che quel metodo fu usato per randellare l’allora direttore del quotidiano dei Vescovi Avvenire, Dino Boffo, ( reo di aver formulato le prime critiche sul Berlusconi sino ad allora portato in Palma di mano dalle gerarchie vaticane), quale nesso esisterebbe tra quell’agguato e quelli che essi denunciano?

Quando ad essere colpito fu Dino Boffo, non ricordiamo di aver udito una sola voce forzista urlare ad alta voce contro quella azione degna della peggiore tradizione dello squadrismo. Ben venga, dunque, questo tardivo pentimento, ma sarebbe opportuno che uno di questi ” Bene informati” dicesse finalmente chi furono gli inventori, gli esecutori e i mandanti di quell’agguato, a meno che alcuni di loro non fossero, allora, tra i basisti o nel coro dei silenti. Il metodo Boffo fu reso possibile non solo per il cinismo del capo, ma anche per l’ignavia e l’omerta dei cortigiani, e sará bene non dimenticarlo!