Milanese salvo: sarà una delle ultime vittorie di Silvio

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 22 Settembre 2011 - 21:21 OLTRE 6 MESI FA

La Camera dice no all'arresto (foto Lapresse)

ROMA – “Andrò avanti comunque…” avrebbe detto Berlusconi al presidente Napolitano, infatti è arrivato nell’aula della Camera dei deputati per dirigere personalmente le truppe e conquistare “l’assoluzione politica” del deputato Milanese.

Eppure, anche dopo il voto, non si respirava l’aria dei trionfi e delle vittorie berlusconiane, anzi quando un drappello di “unti dal signore” ha provato a lanciare l’applauso per lo scampato pericolo, altri peones sono restati impietriti, con le mani ben ferme sul banco, quasi timorosi di essere ripresi festanti e festeggianti.

Non parliamo poi dei leghisti, sembrava stessero al funerale di un caro parente, non solo non battevano le mani, ma addirittura, alcuni di loro facevano ben intendere di essere irati e di aver giurato fedeltà al “dio Po” per l’ultima volta.

Loro sul territorio ci stanno e sanno che aria tira, non tanto per il voto su Milanese, quanto per il tradimento degli impegni in materia di federalismo, di tasse, di fine delle ruberie di “Roma ladrona”.

Il regolamento dei conti si aprirà nelle prossime ore, e non basteranno le carezze di Berlusconi al povero Bossi per sanare la frattura con Maroni e i deputati a lui vicini.

Eppure la conclusione di questo spettacolo indecoroso non sarà imminente e soprattutto non sarà scontata. Berlusconi, prima di andarsene, le tenterà tutte, ma proprio tutte e infatti la prossima settimana è deciso a far approvare in aula la legge bavaglio sulle intercettazioni, costi quel che costi. Deve farlo perché per nascondere la febbre altissima che lo ha colpita ha solo bisogno di spezzare il termometro, altre cure non sono più possibili, il perché lo aveva spiegato, in tempi non sospetti, la signora Veronica Lario.

In queste ore crescono i pentiti del berlusconismo, quelli che, dopo averci fatto affari, scoprono ora che questo signore non gli serve più, anzi gli fa solo danni. Si tratta di banchieri, di finanzieri, di cardinali e di vescovi, di ex ambasciatori e via discorrendo, se davvero hanno capito, farebbero bene ad alzare la voce, a farlo subito, abbandonando doppiezze e ambiguità, anzi potrebbero indire loro una grande manifestazione pubblica, alla quale non mancherebbero di partecipare quei milioni di cittadini che non hanno avuto bisogno né delle intercettazioni, né dei crolli di borsa, per rifiutarsi di assistere ad un film la cui trama era prevedibile e scontata, sarà ora il caso di impegnarsi perché, almeno il finale sia diverso, molto diverso, da quello immaginato e realizzato da Nanni Moretti per il suo “Caimano”.