Ministeri al Nord. Anche Crotone vuole il suo, come dargli torto?

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 1 Agosto 2011 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Lega, come è noto, ce l’ha duro, e anche per questo non intende darla vinta a Napolitano sui ministeri ” a rotelle”, quelli che dovrebbero spostarsi da Roma nelle lande della Padania. I giuristi in camicia verde stanno studiando leggi, decreti regi, statuti vari e carte costituzionali per dimostrare che i ministeri si possono spostare a piacimento lungo il territorio nazionale a dispetto delle convinzioni del Quirinale e di qualche centinaio di costituzionalisti italiani.

In attesa della carta risolutiva, l’idea dei ministeri a rotelle sta facendo scuola e non mancano le imitazioni. Il presidente della provincia di Crotone, dunque un” odiato terrone” per usare una espressione cara ai Borghezio di turno, ha pensato bene di rivendicare l’immediato trasferimento del ministero del lavoro, o almeno di alcuni dipartimenti dalle sue parti. Come dargli torto? Perché mai qualche ufficio non potrebbe essere spedito a Crotone e dintorni, dove davvero esiste una emergenza lavoro?

Perchè mai non mandare metà ministero dei beni culturali a Venezia e metà a Firenze? Chi potrebbe mai negare a queste due città il titolo di capitali della cultura ? Magari si potrebbe anche trasferire a Pompei l’ufficio di vigilanza e di prevenzione dei crolli, tanto per mettere le mani avanti..

Gli esteri, invece, potrebbero aprire uno speciale ufficio migrazione ad Arcore, così da poter fornire assistenza rapida e discreta a nipoti e parenti minorenni dei capi di stato che dovessero mai perdersi nella villa del faraone. Già che ci siamo perché non decentrare nelle zone ad alta densità criminale il ministero degli interni, o almeno qualche ufficio di un certo prestigio, magari con i relativi arredamenti?

Dal momento che la Sardegna e la Sicilia hanno qualche problema con i trasporti, perchè non inviargli un ministero dei trasporti nuovo di zecca, con tanto di piccioni viaggiatori per le eventuali emergenze ? In realtà si tratta solo della ennesima pagliacciata per distrarre l’attenzione generale dalla drammatica crisi politica e sociale che sta travolgendo l’Italia.

La Lega non sa più cosa fare e cosa dire, quelli che un tempo sventolavano il cappio e chiedevano legge e ordine, sono ormai ridotti al ruolo del servizio d’ordine del presidente del consiglio, costretti a votare tutto, persino il processo lungo, le missioni militari, l’introduzione di nuove tasse..In cambio Berlusconi gli consente di fare un po’ di propaganda, di urlare contro Roma ladrona, di inaugurare palazzi vuoti e di chiamarli ministeri, tanto cazzata più cazzata meno…

La Lega, ironia della sorte, rischia di essere stata presa al cappio e non saranno certo i tre uffici di Monza a salvarla da un progressivo soffocamento politico.