Nani, ma della politica

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 18 Agosto 2011 - 16:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Nano veneziano fuori dai c…“, e al piccolo Renato, Brunetta, non restò che stare zitto, mica poteva rispondere a Bossi come fosse un precario qualsiasi, così ha reso palese a tutti che i forti trovano il corggio solo con i deboli;  ma quando ad insultarli è il vice del padrone se la fanno sotto, trattengono il fiato, contano sino a mille, così Brunetta ha fatto con Bossi, così aveva fatto, quando in diretta tv, Tremonti gli aveva dato del cretino, nella indifferenza di Sacconi e di Romani.

Le scuse postume, con sorrisino di circostanza, sono più sanguinose dell’insulto medesimo.

Il tutto potrebbe essere liquidato con una alzata di spalle, con qualche battuta salace adeguata al loro infimo livello, ci riferiamo alla statura politica e non certo a quella fisica, invece non si può fare, non è giusto, non tutto può essere derubricato a folklore, o peggio alle estemporanee uscite di persone “fuori di testa”.

Questi  signori, da Berlusconi  a Bossi, da Tremonti a Brunetta, non sono dei passanti, ma sono i medesimi ai quali si dovrà affidare la gestione della crisi, loro dovranno gestire i tagli, loro dovrebbero esibire una eccezionale sobrietà, un autocontrollo ferreo, una serietà adeguata alla gravità della crisi economica e sociale.

Questo linguaggio non può e non deve essere consentito, si tratta di molotov scagliate sulla sopportazione degli italiani, altro che i cartelli e gli slogan lanciati da giovani precari contro l’irascibile  ministro della Funzione Pubblica.

Quando torneranno da lui ripetendo le parole di Bossi e di Tremonti, cosa diranno i Bondi di turno, come bolleranno questi ragazzi, cosa scriveranno i giornali di famiglia, come li appelleranno: “Comunisti antiberlusconiani i professione, radicali da salotto?”.

Se e quando Brunetta, e non sarà difficile, sarà di nuovo contestato, Berlusconi chieda le dimissioni di Bossi, faccia scrivere ai suoi giornali un editoriale fotocopia dal titolo: ” Chi sono i cattivi maestri?”, e subito dopo, convochi il Consiglio dei Ministri e li cacci dalla maggioranza!

Altrimenti abbiano almeno il pudore di stare zitti e di non aggiungere ai danni della “macelleria sociale”, anche quelli della “macelleria istituzionale e della buona educazione”.