Cosentino, ‘Il Casalese’ e l’uso distorto dell’accusa di diffamazione

di Giuseppe Giulietti
Pubblicato il 30 Marzo 2012 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Al rogo, al rogo”, questo il grido che si è alzato da Casal di Principe, feudo di alcune delle più sanguinarie famiglie della camorra. Chi lo ha lanciato? I giovani che invocano legalità e giustizia? I poliziotti e i magistrati impegnato in una lotta senza quartiere contro la criminalità? Neanche per idea! Chi davvero invoca legalità e giustizia non invoca mai roghi, anzi prova orrore per metodi e parole che possano ricordare le poco sante inquisizioni e i falò delle camice brune.

Il rogo, per ora solo simbolico, è stato invece chiesto dai legali della famiglia Cosentino nei confronti del libro “Il casalese”, pubblicato dalla casa editrice “Centoautori” e scritto da un gruppo di giovani e coraggiosi cronisti. Il diritto a difendersi da eventuali diffamazioni vale per chiunque, il ruolo della difesa non può essere messo in discussione.

Saranno i giudici di Napoli a decidere se e come assolvere o condannare. Quello che non appare più tollerabile è invece l’uso “temerario ed oggettivamente intimidatorio” che ormai viene fatto delle denunce per diffamazione. Quando si arriva a chiedere, come in questo caso, il sequestro con eventuale soppressione del libro, si è giunti davvero al limite, il passo successivo rischia di essere davvero il rogo del libro messo all’indice.

Come se non bastasse i Cosentino hanno chiesto un risarcimento di 1 milione e 200 mila euro a tutela della loro onorabilità. Sarebbe interessante comprendere quali siano i parametri della loro onorabilità privata e quali parametri dovrebbero invece utilizzare lo Stato e le istituzioni per chiedere un risarcimento a tutela della ” Pubblica Onorabilità” umiliata ed offesa.

Non sappiamo come finirà il processo, nel frattempo altri giornalisti, altri editori, altri autori sono stati cosî messi in guardia ed “invitati” a stare alla larga da Casale e dalle sue famiglie più potenti. In questa vicenda c’è infine un’ulteriore dettaglio che esplicita uno stile,un modo di essere: i legali dei Cosentino hanno recapitato alle associazioni che hanno

promosso la presentazione del libro una sorta di diffida, un invito a non rendersi partecipi di eventuali reati, insomma una richiesta di autobavaglio. Ai giudici spetterà la sentenza, a tutti noi spetta invece il compito di respingere questi modi e questi toni, di respingere l’idea dei sequestri e dei roghi, e di manifestare una solidarietà attiva a questi giornalisti,alcuni dei quali da sempre impegnati contro mafie e camorre, e per questo più volte minacciati e fatti oggetto di intimidazioni gravi e ripetute.

Per queste ragioni presenteremo anche una proposta di legge per chiedere che gli autori delle cosiddette ” Querele temerarie”, quelle dove si chiedono risarcimenti miliardari, siano costretti, se sconfitti in tribunale, a risarcire i cronisti o gli editori ” Molestati e intimiditi”.

Dal momento che vorrebbero sequestrarlo e magari anche bruciarlo, non mancheremo di acquistare e leggere ” Il Casalese”. Vogliono denunciarci anche per questo?