Sì al diritto di critica, no alle minacce contro i giornalisti

ROMA – Abbiamo sempre difeso il diritto di critica, anche il pù aspro, quello espresso nelle forme più irriverenti ed urticanti nei confronti di chiunque. Non esiste ordinamento democratico senza questo diritto, non esiste emergenza che possa giustificare la compressione.

Per questo abbiamo contrastato sempre e comunque gli editti più o meno bulgari, le liste di proscrizione, la soppressione dei programmi sgraditi ai satrapi di turno. Per le stesse ragioni non ci sono piaciute le teleprediche di Celentano contro Avvenire e Famiglia Cristiana, e i Marchionne di turno che hanno impedito l’affissione dell’Unità nelle bacheche della Magneti Marelli.

Allo stesso modo, sarà meglio dirlo, ora e subito, non ci sono piaciuti, per usare un eufemismo, gli assalti di alcuni No Tav ai cronisti del Corriere della Sera. Nulla può giustificare questi atti, non ci sono motivazioni che tengano, non possono essere concessi alibi ed attenuanti di sorta. Questo vale anche per chi ha pensato di recapitare al quotidiano il Roma di Napoli un farneticante messaggio di morte contro il direttore del Giornale Sallusti,dal quale ci separa non un fossato, ma un oceano.

Chi agisce in questo modo, anche se pensa di essere un antagonista del sistema si comporta esattamente come gli oscurantisti e gli oscuratori di sempre,qualsiasi siano le motivazioni esibite e qualsiasi sia la bandiera sventolata. Per quanto ci riguarda l’articolo 21 della Costituzione va difeso sempre e comunque, senza eccezione alcuna.

 

Gestione cookie