Giustizia in Italia: effetti di un processo durato 25 anni

di Antonella Del Sordo
Pubblicato il 25 Luglio 2019 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Giustizia in Italia: il caso Mannino, gli effetti di un processo durato 25 anni

Giustizia in Italia: foto d’archivio Ansa

ROMA – Da quando sono entrata nell’età della ragione sento mio padre ripetere “ un paese funziona se funzionano la Scuola, la Sanità e la Giustizia”.

L’assoluzione in Appello di Calogero Mannino dall’accusa “ di attentato mediante violenza o minaccia a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato” potrebbe passare inosservata se non fosse che quest’uomo, ministro della nostra Repubblica per ben quattro volte, ha una lunga storia con la nostra Giustizia.

Ha poco più di 50 anni quando finisce in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa  per aver stretto un patto con la mafia e guadagnare voti in cambio di favori. Verrà assolto, in via definitiva, già settantenne. Appena due anni dopo però viene coinvolto nel processo sulla presunta “trattativa stato mafia”.  Ancora una volta viene assolto, due giorni fa, all’età di  80 anni.

Scuola, sanità e giustizia! Per funzionare si sottintende che i tre sistemi siano in egual misura accessibili a tutti, ovviamente equi e possibilmente inclusivi. E nel caso di Giustizia sarebbe auspicabile che fosse anche veloce.

Ma quante volte succede? 

Calogero Mannino ha trascorso  venticinque anni come in un triste luna park: sali e scendi dalle montagne russe. Oggi colpevole, domani no. Questo può accadere  agli uomini potenti ma anche agli uomini che il potere neanche lo sanno avvicinare. E poco importa se siano stati assolti da colpevoli o accusati da innocenti.

Una giustizia bizzarra, quella che ti condanna un giorno e scagiona l’altro, quella che ci mette decadi a giudicarti  e spesso con sentenze che rimangono sulle tonalità del grigio.  Così si ha sempre la sensazione che chi viene assolto poteva avere delle colpe e che il condannato in fondo poteva essere anche innocente.

Certo è che nelle maglie di questi lunghi processi si insinua il dubbio che la Giustizia non funzioni e non sia neanche poi così uguale per tutti. Come la sanità, come la scuola. Perché venticinque anni di aula sono massacranti per tutti: chi è molto ricco può sostenerli economicamente, ma psicologicamente nessuno può uscirne senza esserne segnato.