Il virus dimenticato. Il Governo è in bilico. A Roma e dintorni si continua a litigare, il virus torna a riaffacciarsi con una certa pericolosità.
Sono già cinque i giorni che i dati sul coronavirus lanciano l’allarme, aumentano dal Trentino alla Sicilia e nel Lazio, regione della Capitale, i positivi sono triplicati. “Il pericolo viene dall’estero”, dicono gli scienziati, ma non si possono dimenticare le statistiche che affermano qualcosa di più.
Ad esempio, che la vendita delle protezioni è diminuita del 70 per cento. Segno evidente che la paura è un ricordo e che non si pensa più al Covid19. Come se fosse acqua passata, ma non è così e bisogna stare attenti perché la ripresa d’autunno potrebbe provocare danni irreversibili
Se questa è la situazione, la politica dovrebbe preoccuparsi invece che litigare giorno dopo giorno. Zingaretti pensa giustamente al Pd che non trova pace. Conte teme di perdere la poltrona e parla con il leader dei Dem offrendogli un posto da ministro.
Renzi potrebbe scomparire
Renzi bada solo a se stesso e alla sua Italia Viva. Che potrebbe scomparire se la legge elettorale non dovesse essere di suo gradimento. I 5Stelle sono alle prese con le divisioni nel Movimento. E guardano con sospetto al Pd con cui non riescono a trovare uno straccio di compromesso per presentarsi uniti alle elezioni regionali di settembre.
Il centro destra non è immune dalle lotte intestine. E’ vero: si presenta compatto in Piazza del Popolo a Roma. Ma non c’è quell’accordo che si vorrebbe far credere. Salvini e Meloni la pensano in un modo. Forza Italia sfoglia la margherita tentata, come è, di trovare un posto in una nuova maggioranza guidata da Conte. O dal suo successore.
L’interrogativo è questo: Berlusconi fa il doppio gioco? “Non è vero niente”, rispondono in coro i sostenitori ultras del patto di non belligeranza. Ma la verità vera è che il pericolo è reale e che Salvini ha gli occhi puntati sul Cavaliere perché non si fida delle parole, vuole i fatti.
Tanto per essere più espliciti. Sul Mes Berlusconi la pensa come il numero uno della Lega? Nemmeno per sogno. Il primo non disdegnerebbe i 36 miliardi che l’Europa offre all’Italia. Il secondo continua a rifiutarli perché li considera una trappola.
Conte non è tranquillo
Insomma, è una ridda di ipotesi e contro ipotesi che non lasciano tranquillo il presidente del Consiglio. Il quale non vorrebbe mollare la poltrona di Palazzo Chigi su cui siede ormai da un paio di anni. A chi lo accusa di essere un attendista risponde “non è vero”.
E aggiunge che nella settimana che verrà affronterà lo spinoso caso della riforma fiscale. Chi è contrario al presidente del Consiglio sostiene invece che “Conte farebbe di tutto pur di restare capo del governo”. Il ministro Francesco Boccia difende il premier sia pure evitando il discorso diretto: “Se si comportano così, 5Stelle e Italia Viva rischiano di aiutare la destra”.
Il tema di fondo è sempre quello: riuscirà il governo a rimanere in sella nonostante le lacerazioni di questi tempi di tutte le forze politiche? Interrogativo difficilissimo a cui è oggi impossibile replicare.
Però agli abitanti dei Palazzi romani non sarà sfuggito (o forse si) un dato che porta la firma del Censis: un terzo degli italiani si debbono considerare (a causa della pandemia) degli “esclusi” e non sarà semplice per loro “riadattarsi”. Un bruttissimo termine burocratico.