Grecia in crisi, ‘Borse molto prudenti’: articolo su Uomini e Business di Turani

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 22 Maggio 2015 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
Grecia in crisi, Borse molto prudenti: articolo su Uomini e Business di Turani

Alexis Tsipras (Foto LaPresse)

ROMA – Giuseppe Turani pubblica sul sito Uomini e Business un articolo firmato da Filippo Diodovich dal titolo “Borse molto prudenti” in cui si discute dell’andamento dell’economia in Europa e dell’impatto che la crisi in Grecia e l’instabilità dell’Ucraina, ormai in default e in guerra con la Russia, può avere su tutta l’Ue:

“Nonostante l’aumento nel Vecchio Continente dei consensi per i movimenti separatisti no-UE, a Riga le principali autorità politiche si incontrano per il quarto meeting del Consiglio Europeo per la Eastern Partnership, ovvero per la possibile espansione dell’UE ai paesi dell’Est (Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Repubblica Moldava e Ucraina). Forse il momento peggiore per pensare a nuovi membri.

Il tema della crisi in Grecia sarà discusso a lungo. Le dichiarazioni di ieri del portavoce al Parlamento di Syriza, Nikos Fillis, che ha affermato che, se non si troverà un accordo coi creditori internazionali, Atene non sarà in grado il 5 giugno di ripagare la rata del prestito al Fondo Monetario Internazionale (310 mln di euro), hanno ridotto ancora di più il tempo per le trattative. Lo stesso ministro delle Finanze del paese ellenico, Yanis Varoufakis, ha ribadito che l’amministrazione Tsipras ha maggiore interesse ad occuparsi degli impegni domestici (pagare pensioni e stipendi) piuttosto che soddisfare i creditori. E la situazione è tesa anche per le rivelazioni dello stesso Varoufakis, che avrebbe registrato le discussioni dell’ultimo meeting dell’Eurogruppo dove i suoi colleghi lo avevano definito un “incompetente, perditempo inaffidabile”.

Tensioni tra Grecia e creditori ma tensioni anche all’interno dello stesso partito Syriza. Alcuni membri del partito hanno invitato Tsipras a rompere con il Brussels Group, incentivandolo a non commettere gli stessi errori fatti in passato dai due storici partiti greci Pasok e Nuova Democrazia. Intanto il Brussels Group attende la nuova lista di riforme da parte del Governo di Atene. Alcune richieste dell’ex Troika dovrebbero essere soddisfatte (ampio piano di privatizzazione, aumento dell’IVA, tassa sulla proprietà), alcune potrebbero essere aggiunte (tassa sulle transazioni finanziarie) altre potrebbero invece essere trascurate (riforma delle pensioni, ulteriori tagli della spesa pubblica).

Difficile avvicinare le parti che sembrano così lontane al momento. Il più intransigente tra i ministri dell’UE, il tedesco Wolfgang Schauble, ha dichiarato che non si può più garantire che la Grecia non faccia fallimento. Intanto la BCE continua ad aumentare il tetto dell’ELA (Emergency Liquidity Assistance) ovvero la concessione di liquidità al sistema bancario greco per permettere alle negoziazioni di continuare.

Valutiamo che sia ancora più probabile lo scenario di un accordo in extremis tra le parti a fine mese. Molto probabile che sia una misura ancora tampone estendendo il piano di aiuti finanziari per altri mesi in cambio di alcune riforme. Tuttavia le possibilità che le trattative falliscano non sono ridotte come nei mesi precedenti ma sono molto elevate. Riteniamo che per salvare la Grecia dal fallimento Tsipras deve scegliere di disilludere il proprio elettorato e sacrificare gran parte dell’ideologia del partito.

L’ Ucraina bussa alla porta dell’ UE ma è praticamente in default e in guerra con Russia

N on si tratterà però solamente di Grecia al Meeting di Riga . L’Ucraina tornerà a bussare al la porta dell’UE per la propria partnership. Una situazione estremamente delicata. Il paese si trova ad un passo dal fallimento visto il comportamento ostile di alcuni creditori (Frankie Templeton in primis, T. Rowe Price, TCW Group e BTG Pactual) che non hanno alcuna intenzione di accettare un haircut. Secondo alcune fonti governative il paese avrebbe già deciso di non ripagare i propri creditori a meno che questi non acconsentano a un haircut del 25% e a una rimodulazione delle scadenze. Ma non sono solo i problemi finanziari a preoccupare il Governo di Kiev ancora in forti tensioni con Mosca per le regioni orientali del paese. Nonostante la diplomazia e le sanzioni alla Russia, Putin continua a sostenere le truppe filorusse dell’area di Donetsk.

FILIPPO DIODOVICH
Market Strategist IG”