Grecia sul filo del rasoio: o Alexis Tsipras cede o Grexit

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 15 Giugno 2015 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA
Grecia sul filo del rasoio: o Alexis Tsipras cede o Grexit

Grecia sul filo del rasoio: o Alexis Tsipras cede o Grexit (foto Ansa)

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato su Uomini & Business un articolo intitolato “Grecia/Sul filo del rasoio“. Turani rileva come questi siano i giorni cruciali per decidere del futuro della Grecia: dalla sua sopravvivenza o meno nel sistema Euro dipenderà la sopravvivenza stessa del sistema Grecia. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo completo:

“Anche di domenica le trattative sulla Grecia proseguono. Ormai per i vertici della Ue (e del Fondo monetario e della Bce) questo è diventato una specie di secondo lavoro. La cosa paradossale è che tutti sanno tutto, ma sono quattro mesi che ogni tre giorni si incontrano e ricominciano a raccontarsela. La Grecia non ha i soldi per campare. Anzi, deve restituire il denaro che ha avuto in prestito, ma non ha nemmeno quello. Non ha niente.

Quelli seduti di fronte a Tsipras, i creditori, i soldi li hanno e, poiché non vogliono grane e terremoti politici, sono anche disposti a mettere mano al portafoglio e a chiudere la faccenda. Da mesi. Chiedono solo che la Grecia, che in passato si è distinta molto come soggetto dilapidatore di denaro, dia qualche prova di ravvedimento: alzare un po’ l’età della pensione, alzare un po’ l’Iva, sfoltire un po’ la pubblica amministrazione.

Ma Tsipras, che ha vinto le elezioni, promettendo che mai più i greci avrebbero avuto a che fare con Fmi, Ue e Bce, e che tutti sarebbero stati molto meglio, sa che può concedere molto poco: al suo rientro in Grecia potrebbe essere preso a pomodori in faccia.

E così si rischia quella che chiamano la Grexit, cioè l’uscita della Grecia dall’euro e il ritorno alla dracma. Le previsioni dicono che ci sarebbe una svalutazione della moneta greca del 30-40 per cento e un aumento esponenziale della miseria.

I creditori non vogliono questo perché sarebbe un piccolo fallimento dell’euro e anche un problema politico (la Grecia fa parte della Nato). Però tutte le persone sedute intorno al tavolo delle trattative si rendono conto che trovare un accordo è difficilissimo.

Ecco allora che spunta l’ipotesi di un default controllato. La Grecia dichiara fallimento, ma d’accordo con i creditori, esce educatamente dall’euro, un po’ di debiti vengono cancellati, riflette un po’ sui suoi guai, magari mette su un governo di coalizione (un po’ più ragionevole), vara alcune misure indispensabili, e infine rientra, visto che fuori, con la sua dracma può solo sperare in una miseria crescente.

Questa sarebbe un’ipotesi possibile e poco dolorosa. Ma ormai intorno al tavolo delle trattative tutti sono molti nervosi. E quindi può accadere di tutto”.