Grillo, patto segreto con Zingaretti e Conte per le Regionali e stabilizzare il Governo?

di Bruno Tucci
Pubblicato il 20 Luglio 2020 - 10:38 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo (nella foto), patto segreto con Zingaretti e Conte per le Regionali e stabilizzare il Governo?

Una mascherina a forma di cervello: Beppe Grillo si mostra così sui social, 26 febbraio 2020. Pubblica un selfie su Instagram che lo ritrae con un cervello di plastica indossato a mo’ di mascherina, con un elastico. Il messaggio è un chiaro invito a fare comunicazione intelligente sul Coronavirus: “Filtriamo l’informazione”, scrive il fondatore del Movimento 5 stelle. INSTAGRAM BEPPE GRILLO +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO – NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Cominciano le grandi manovre per le elezioni regionali di settembre.

Il Partito democratico teme l’avanzata della destra sul territorio ed ha paura di perdere terreno. I 5Stelle comprendono che non è più il tempo di dire sempre no. Altrimenti gli elettori si allontaneranno maggiormente dal Movimento. Infine, anche Conte la pensa allo stesso modo, perché una clamorosa sconfitta vorrebbe dire far traballare il governo.

È memore di quel che accadde a Massimo D’Alema quando era presidente del consiglio. Fu costretto a lasciare Palazzo Chigi dopo un flop alle amministrative. Quindi il premier corre ai ripari e vuole mettersi al riparo da eventuali ribaltoni.

Ecco perché si parla con insistenza di un patto segreto tra Zingaretti, Grillo e il premier per evitare che l’autunno si trasformi in una specie di Caporetto. Soprattutto Grillo ha spinto per allacciare questo rapporto.

Ha lanciato un “vaffa” ai suoi giovanotti che siedono in Parlamento e al governo ed ha detto loro: “E’ ora che la piantate di avere la puzza sotto il naso, altrimenti addio sogni di gloria e tutti a casa come una volta”.

Preclusa la strada di Berlusconi alle Regionali

D’altronde, il centro sinistra non può cercare sponde rivolgendosi agli avversari. A livello nazionale si può sperare nell’aiuto di un Berlusconi diviso fra Scilla e Cariddi. Alle regionali l’accordo fra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia è forte e nessuno sarà in grado di romperlo.

A questo problema si lega anche quello della legge elettorale di cui si discuterà presto alla Camera. Se dovesse cambiare saranno guai per l’attuale maggioranza giallorossa. Con il proporzionale ogni inciucio è fattibile. Nelle segrete stanze dei Palazzi romani ogni trattativa è possibile pure a costo di stravolgere il voto degli italiani.

Con il maggioritario, le scappatoie sono difficilissime e ci si dovrebbe piegare alle preferenze degli elettori. L’ex ministro Carlo Calenda è categorico: “Il Pd è in stato confusionale, Renzi al capolinea. Quindi, è il momento di dare uno scrollone definitivo. Di modo che il Paese possa avere un governo che risolva i gravissimi problemi economici resi ancor più drammatici dopo l’epidemia del coronavirus”.

Conte si difende come può. Pure in Europa batte i pugni sul tavolo per far capire agli italiani che il nostro Paese ha voce in capitolo nel vecchio continente. E potrebbe far saltare l’intero banco.

Conte a muso duro con l’olandese

Dice a brutto muso al premier olandese: “Se crolla tutto ne rispondi tu”. Ma i frugali non demordono e fanno orecchie da mercante anche contro le insistenze del doppio M, cioè di Macron e della Markel.

Insomma, Conte si gioca in Europa una buona parte del suo futuro a Palazzo Chigi. Così si spiega il suo atteggiamento di guardare ai fatti di casa nostra e di chiudere l’accordo con il Pd e Grillo. In che modo si potrebbero sconfiggere gli avversari?

Grillo e il modello emiliano

Le ipotesi più accreditate sono due. La prima perché, l’attuale centro destra “è il peggior nemico di sè stesso” (opinione di un giornale vicino alla Lega). La seconda è che si è portati a seguire il recente esempio dell’Emilia Romagna in cui Bonaccini ha vinto alla grande lo scontro con l’avversaria pupilla di Matteo Salvini.

Il voto disgiunto, ecco il segreto. Con il panachage che vuol dire due voti: uno al partito, l’altro al candidato. Se questo sistema ha dato i suoi frutti perché non estenderlo alle altre regioni in cui si voterà a settembre?

Grillo se lo augura e spera che i “suoi” parlamentari non facciano gli errori compiuti giorni fa dal sottosegretario Laura Castelli. Ai ristoratori in crisi, la signora ha detto: “”Cambiate mestiere se non gliela fate”. Un putiferio, tanto che 50 mila esponenti di quella categoria hanno chiesto un consistente rimborso al ministero dell’economia e delle Finanze del quale ne fa parte la Castelli che ne è il numero due.