Il Purgatorio esiste, le anime soffrono: un museo a Roma lo prova

di Maria Benedetta Errigo
Pubblicato il 30 Marzo 2014 - 06:05| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Il Purgatorio esiste, le anime soffrono: un museo a Roma lo prova

Il museo delle anime del Purgatorio a Roma

ROMA – Nel museo delle anime del Purgatorio a Roma è possibile vedere, tra le altre cose, un libro di preghiere su una pagina del quale si stampò la mano di un defunto, le federa di un cuscino con un’impronta di fuoco di una suora che chiese a una sua consorella delle preghiere per affrettare in passaggio in Paradiso, la tonaca e una camicia di una suora con sopra impronte di un defunto. E’ il museo delle anime del Purgatorio in Lungotevere Prati nella sagrestia della chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, aperto da padre Victor Jouet, sacerdote francese.

La storia di questo museo viene raccontata da don Marcello Stanzione nel sito dell’associazione Milizia di San Michele Arcangelo:

“Il 15 novembre 1897,nell’altare della cappella della Madonna del Rosario, si sviluppò, improvvisamente e misteriosamente, un incendio durante il quale ai fedeli che affollavano la cappella parve scorgere, fra le fiamme, l’immagine del volto di una persona sofferente. A incendio spento l’immagine intravista risultò delineata in un pannello di legno situato sulla sinistra dell’altare. Poiché molti dei presenti ritennero il fatto una manifestazione soprannaturale, più precisamente l’apparizione di un’anima del Purgatorio, la voce di quanto era accaduto nella cappella della Madonna del Rosario nel Lungotevere si diffuse rapidamente per la città facendo gridare al miracolo.

L’afflusso della gente accorsa ad osservare l’immagine rimasta impressa nel pannello e le conseguenti scene di esaltazione e fervore furono tali che le autorità ecclesiastiche, preso atto dello straordinario, inesplicabile evento, dovettero, per motivi prudenziali, sottrarre alla vista dei fedeli. Padre Jouet, in considerazione della grande devozione alle anime del Purgatorio suscitata dalla presunta o reale apparizione di quella figura umana dolorante, ritenendo comunque l’evento un mezzo usato dalla Provvidenza per richiamare i vivi a ricordarsi dei defunti, ovvero una arcana richiesta di preghiere indirizzata dalle anime della Chiesa purgante a quelle della Chiesa militante, consacrò le sue energie alla costruzione di una chiesa”.

E così padre Jouet diede il via a questa raccolta di reliquie per il museo. Sono dieci i cimeli conservati nel museo che si possono vedere, su ognuno è impresso qualcosa, un’impronta, un dito, un profilo, qualcosa che qualche anima del Purgatorio ha cercato di far vedere ai viventi perché questi potessero pregare per loro e affrettare il loro passaggio.

“Il soprannaturale esiste- chiude don Stanzione – e, ci spaventi o no, se esiste deve potersi manifestare. La vita delle anime purganti è “vita”, e perciò ammette manifestazioni tali la cui cerchia ci sfugge, ma che non si può ragionevolmente negare. Dio è padrone dello spirito e della materia, creatore dell’uno e dell’altra: quale meraviglia che egli voglia – sempre a vantaggio delle sue creature – servirsi dell’uno e dell’altra in modi a noi sconosciuti? Le negazioni sistematiche, i sorrisetti sdegnosi sono fuor di luogo: lasciamo limpida la fede e non turbiamo la vera scienza”.