Italia: può farcela se un Fisco più semplice fa pagare le tasse al “nero”

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 28 Luglio 2014 - 18:35 OLTRE 6 MESI FA
Italia: può farcela se un Fisco più semplice fa pagare le tasse al "nero"

Italia: può farcela se un Fisco più semplice fa pagare le tasse al “nero”

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo su Uomini & Business, di cui è direttore.

L’Italia ce la può fare? A porsi questa domanda è stato lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi. La sua risposta, ovviamente, è che se si fa quello che si deve fare, possiamo uscire davvero dalla crisi. Ma è proprio così?

Sulla carta sì. I problemi italiani, se vogliamo fare una sintesi enorme, sono due: da una parte c’è un debito arretrato colossale (2.100 miliardi di euro), dall’altra c’è una pressione fiscale altissima che sta soffocando il paese e che gli impedisce di crescere come meriterebbe. Come danno collaterale (ma principale per molti) c’è che la situazione di stagnazione determina un aumento abnorme dei disoccupati, che oggi sono sopra il 12 per cento e che non diminuiranno tanto facilmente.

È possibile uscire da una situazione così intricata? Come si fa a liberarsi dalla schiavitù verso il debito e quindi a ritrovare spazio per una crescita economica che sia significativa?

Sulla carta non ci sono problemi. Se teniamo conto che in Italia ci sono 60 miliardi di euro di corruzioni varie e 120 miliardi (almeno) di evasioni fiscali, si vede subito che l’insieme di queste due voci raggiunge poco meno della metà della nostra pressione fiscale. In sostanza, se si riuscisse a eliminare l’evasione fiscale e a debellare la corruzione, l’Italia potrebbe vivere serenamente pagando la metà delle tasse che paga oggi.

A quel punto potrebbe innescarsi un boom economico di durata secolare e che non avrebbe uguali in Europa.

Quindi è corretto dire che “l’Italia ce la può fare”. Il paese non è morto o arretrato. Produce molto di più di quello che gli servirebbe per vivere. Il problema è che ogni anno, fra corruzioni e evasione fiscale (lascio da parte, qui, l’economia malavitosa) se ne va quasi un quarto del Pil. Nel senso che c’è la “produzione”, ma il risultato viene sottratto e, come dire?, “privatizzato”. Chi fa quel quarto di Pil non esiste: non paga tasse, non paga nemmeno per l’assistenza medica. Si tiene i soldi e basta.

Tutti (o quasi) i nostri guai nascono da questo fatto: un quarto della “produzione” di beni e servizi è riuscito a rendersi clandestino, come se avvenisse in un altro paese, lontanissimo.

Basterebbe, quindi, riportare alla luce del sole questi quasi 200 miliardi di euro per uscire da buona parte dei nostri problemi (almeno di quelli più immediati).

Purtroppo non è così semplice. Per quanto riguarda la corruzione è la stessa complessità della macchina statale e pubblica a renderla possibile. Più autorizzazioni vanno chieste, più gente c’è da corrompere. Si aggiunga anche il fatto che spesso le leggi e le norme italiane sono molto equivoche, ambigue: e questo dà alla burocrazia un potere discrezionale molto grande. Potere che viene aggirato con le mazzette. La corruzione, quindi, non si combatte con il 30 per cento di carabinieri in più. Sai combatte con il 90 per cento di semplificazione e chiarezza della macchina pubblica. Ma fare questo significa mettersi contro l’enorme e potentissima burocrazia italiana. Esiste oggi una forza politica in Italia che abbia il coraggio e la forza necessarie? Non ne sono tanto sicuro.

Discorso non molto diverso si può fare per l’evasione fiscale, che da noi è circa il doppio (se non di più) di quella registrata in altri paesi. Bisogna aumentare i controlli? Certamente. Ma bisogna anche semplificare il fisco e renderlo molto più chiaro. Oggi con le moderne tecnologie è abbastanza difficile fare gli evasori fiscali. Ma in Italia molti ci riescono perché il fisco è talmente complicato, contradittorio, ambiguo e equivoco, che qualcuno trova sempre un pertugio nel quale infilarsi.

Ma, anche in questo caso, esiste una forza politica che abbia voglia di dedicarsi all’immane lavoro di fare del fisco italiano qualcosa di comprensibile e di maneggiabile senza un plotone di commercialisti? Ho i miei dubbi.

In conclusione, quindi, non siamo un paese allo sfascio e abbiamo le risorse per vivere dignitosamente e senza tanti affanni. Purtroppo, un quarto di queste risorse è prodotto in clandestinità e quindi è come se non esistesse, non è di alcun beneficio per la collettività. Questo colossale furto (perché di questo si tratta) nasce dalla naturale tendenza di alcuni a delinquere, ma anche dalla complessità della macchina statale, di cui forse oggi nessuno ha il pieno controllo.