La bolla Cina è scoppiata, la crisi durerà a lungo

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 25 Agosto 2015 - 06:25 OLTRE 6 MESI FA
La bolla Cina è scoppiata, la crisi durerà a lungo

Foto d’archivio

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto questo articolo dal titolo “La partita cinese” anche sul sito Uomini & Business.

Dire il giorno dopo che tutto era prevedibile è troppo facile, anche se i segnali non sono mancati. In Cina l’economia e la Borsa stavano viaggiando da tempo, soprattutto la seconda, a ritmi quasi impossibili. Dopo di che l’economia ha cominciato a rallentare, per portarsi verso prestazioni più “terrene”, più ragionevoli. E il colpo di coda è arrivato sulla testa dei nuovi “capitalisti” cinesi. Avevano creduto nella crescita infinita del loro paese e avevano investito su qualsiasi cosa: la Borsa e gli immobili in particolare.

La Borsa era salita del 150 per cento e di immobili se n’erano fatti talmente tanti che ci sono intere città fantasma: tutto è pronto, mancano solo gli abitanti. Si era creata, insomma, un’immensa “bolla paese”, che adesso sta esplodendo. Aggravata dal fatto che i più svelti già da mesi stanno portando i capitali fuori, dove si può guadagnare di più.

Se queste sono le premesse, la crisi cinese andrà avanti ancora per parecchio tempo. Anche perché il paese si trova dentro una transizione non tanto semplice: accanto a una abbastanza avanzata “democrazia di mercato” c’è infatti una “democrazia politica” quasi inesistente. E già questo è un problema difficile da risolvere. Si aggiunga che nessuno, al mondo, ha mai gestito un’economia così grande.

Quello che spaventa, e non poco, è l’impatto che la crisi cinese ha avuto sui mercati di tutto il mondo. Impatto che purtroppo ha le sue buone ragioni. Almeno due.

1-  Anche i mercati non cinesi hanno corso molto e quindi la tentazione di approfittare di quella crisi per vendere e incassare è stata molto forte. Nel crollo delle Borse non cinesi, cioè, c’è stata anche una componente non piccola di speculazione o di attenta gestione del proprio portafoglio titoli.

2- I legami, anche finanziari, fra la Cina e il resto del mondo sono più intensi di quello che può sembrare a prima vista. Inoltre,   cinesi sono grandi consumatori di tutte le materie prime mondiali. Il rallentamento dell’economia cinese (inevitabile a questo punto) finirà per determinare nuovi equilibri sui mercati, oggi non ipotizzabili.

L’errore (di tutti) è stato quello di pensare che le autorità cinesi fossero in grado di gestire tutto ciò con mano ferma e di accompagnare il cambiamento con tranquillità. D’altra parte, non dimentichiamo che anche le autorità americane (ben più esperte di quelle cinesi) con la Lehman hanno fatto un disastro di proporzioni mondiali.

Che cosa succederà? Impossibile dirlo. Se questa è una partita a scacchi, allora siamo nel centro partita, dove tutto può succedere. Come nel caso della Lehman, ci sono comunque due cose abbastanza prevedibili:

1- L’aggiustamento post-crisi non sarà cosa di pochi giorni. Prima che tutte le parti in causa si assestino sui nuovi equilibri e accettino il nuovo ordine mondiale serviranno mesi, non giorni.

2- Le banche centrali cercheranno di evitare il peggio con la sola arma a loro disposizione: stamperanno moneta e distribuiranno denaro a gratis. Non lo getteranno dagli elicotteri, come aveva suggerito Ben Bernanke, ma quasi. Il mondo, cioè, farà un’altra indigestione di carta.