La Grecia non cambia. Se non fa le riforme, collassa in due giorni

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 5 Giugno 2015 - 18:50 OLTRE 6 MESI FA
La Grecia non cambia. Se non fa le riforme, collassa in due giorni

La Grecia non cambia. Se non fa le riforme, collassa in due giorni

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto su Uomini & Business un articolo intitolato “La Grecia non cambia“. Secondo Turani la Grecia adesso rischia seriamente il collasso, visto che se non fa le riforme che ha promesso, le istituzioni smetteranno di prestarle soldi. E difficilmente potrebbe trovare nuovi creditori sul mercato. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo integrale:

“Il commento più severo è di un vecchio funzionario di banca milanese: “Quando uno veniva da noi a dire che non avrebbe pagato la rata del mutuo, ma che il mese successivo avrebbe pagato tutto, io cominciavo a preparare i decreti ingiuntivi, con la data in bianco”.

Per ora la Grecia ha detto che non pagherà la rata di poco più di 300 milioni in scadenza adesso. Ma ha promesso che a fine mese salderà tutto il conto di 1,5 miliardi. E qui siamo nel levantinismo puro. Se non ha 300 milioni adesso, come farà a avere un miliardo e mezzo fra poco più di 20 giorni? Non possono stamparli perché le rotative stanno a Francoforte. Inoltre, sono usciti tanti di quei capitali dalla Grecia che forse nemmeno con un’azione di forza Tsipras i suoi porrebbero far saltar fuori questo miliardo e mezzo.

Il sospetto che circola sui mercati e nelle cancellerie è che in realtà la Grecia non abbia alcuna intenzione di pagare. Sono mesi che va avanti così.

La questione è abbastanza chiara. I creditori (Fmi, Ue, e Bce) sarebbero forse anche disposti a fare qualche sconto o a allungare i tempi di pagamento, ma in cambio vorrebbero vedere misure di contenimento della spesa importanti.

Ma questo è appunto quello che Tsipras non vuole (o non può) fare. Ha vinto le elezioni promettendo la fine dell’austerità, non solo in Grecia ma addirittura in tutta Europa. Dalle frange populiste del Continente è stato salutato come un liberatore dalla schiavitù imposta dalla signora Merkel. Adesso scendere dalle barricate da lui stesso erette non è facile.

Ma ormai siamo alle battute finali. Senza forti finanziamenti la Grecia crolla in due giorni. Nessuno sui mercati le presta più un euro. Rimangono le istituzioni, che però vogliono vedere misure adatte a ridurre lo sperpero di denaro altrui. Il premier greco, insomma, si è infilato in un vicolo cieco. Non ha soldi e sa che non ne avrà se non mette la testa a posto.

Ma non è così semplice. Il suo stesso partito è diviso fra quanti vorrebbero fare guerra a oltranza all’Europa e quanti invece sono favorevoli a un onorevole compromesso.

Oggi Tsipras andrà nel suo parlamento a dire a che punto stanno le trattative. E lì si vedrà. Se vince l’ala dura, sarà rottura su tutto il fronte. Se vincono gli altri si riapre il dialogo, ma forse con protagonisti diversi”.