Come Le Pen porterà Francia fuori da euro? Come Salvini…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 7 Dicembre 2015 - 09:23 OLTRE 6 MESI FA
Come Le Pen porterà Francia fuori da euro? Come Salvini...

Giuseppe Turani: Come farà Marine Le Pen a portare la Francia fuori dall’ euro? Sono solo parole, come quelle di Salvini…

MILANO – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Il bluff della signora Le Pen”.

Grande successo in Francia del Front National della famiglia Le Pen  (Marine Le Pen, Marion    e sullo sfondo il patriarca Jean Marie Le Pen) e grande spavento in Italia. Che sarà della Francia e dell’Europa? Potrà accadere anche in Italia qualcosa del genere?

Tutti danno per scontato che il FN vinca le prossime elezioni presidenziali in Francia, assumendo quindi la guida del governo. In realtà, questo non è ancora avvenuto: si voterà solo nel 2017 e in ballo c’è anche Sarkozy. La partita quindi non è ancora del tutto chiusa, anche se è evidente che oggi la signora Le Pen è il candidato con le maggiori possibilità di arrivare fra due anni all’Eliseo.

Che cosa succederà? La Francia avvierà le pratiche per uscire dall’euro e anche dall’Europa, disgregando così il Vecchio Continente? E facendo esplodere la complessa macchina della moneta unica?

La mia previsione è che non accadrà nulla di tutto ciò. E per una ragione molto semplice: la Francia non se lo può permettere. A un osservatore superficiale può sembrare che la Francia stia molto meglio dell’Italia quanto a conti economici, ma non è vero. Il debito pubblico sta raggiungendo il 100 per cento del Pil, le tasse sono altissime e non c’è avanzo primario. In più il paese, anche se per molti aspetti è moderno, conserva ancora una struttura di base (economia e pubblica amministrazione) molto accentrata.

Ma il vero disastro sono i conti pubblici. Oggi, sotto l’ala dell’euro, il Paese tira avanti. In caso di sganciamento dalla politica europea e dalla moneta unica, la Francia si ritroverebbe a dover pagare interessi spaventosi sul proprio debito pubblico. Non potrebbe aumentare le tasse (ha già provveduto lo sciocco Hollande) e quindi non le resterebbe che accettare di indebitarsi ulteriormente, ma pagando interessi molto più salati.

Alla fine, la signora le Pen sarebbe costretta a tagliare in misura molto decisa il welfare state e a peggiorare molto la vita dei francesi, i quali avranno molti discorsi infiammati, ma servizi sempre più scadenti. Questa situazione, fra l’altro, non potrebbe durare a lungo. Già oggi i conti pubblici francesi sono molto a rischio: un’eventuale uscita dall’euro li farebbe precipitare.

Sceglieranno questa strada i francesi? Decideranno di affidarsi alla signora Marine Le Pen? Può essere. Solo per scoprire un’ora dopo che anche in Francia è ora di fare robusti sacrifici e che la scelta migliore consiste nel rimanere dentro l’euro e a fianco della Germania (cosa che assicura un ruolo privilegiato alla Francia).

Cambierà, insomma, molto poco perché non ci sono le condizioni perché questo avvenga. L’economia piegherà la signora le Pen a più miti consigli.

E in Italia? Si può fare esattamente lo stesso ragionamento, anche se qui è abbastanza improbabile che vada al potere la destra nel 2018. Ma, ammesso che accada, dopo un’ora al governo tutte le fanfaronate lanciate in giro per acchiappare voti dovranno rientrare. E da subito bisognerà fare i conti con una minor fiducia dei mercati e quindi con maggiori difficoltà nella gestione del debito pubblico. Un allontanamento dall’euro vorrebbe dire solo maggiori tasse e minori servizi sociali.

L’idea di sganciare l’Italia dall’euro e quindi di far finanziare dalla Banca d’Italia (con la stampa di moneta) qualunque spesa venga in mente ai fantasiosi nuovi governanti è talmente cretina che verrebbe abbandonata nel giro di qualche giorno.

A questo punto dovrebbe essere chiara la situazione. Sia la Francia che l’Italia sono paesi deboli economicamente nei quali la politica, al di là degli slogan, ha pochissimi margini di manovra. Il sentiero è stretto, e non si allargherà davanti a un’ondata populista.