Grecia. Assassinio giovani neonazisti rischia segnare ritorno ‘anni di piombo’

Licinio Germini
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA
Nikos Dendias, ministro dell'Ordine pubblico greco

Nikos Dendias, ministro dell’Ordine pubblico greco

GRECIA, ATENE – L’assassinio dei due giovani militanti del partito filonazista greco Chrysi Avgi (Alba Dorata) e il ferimento di un terzo, avvenuto venerdi sera a Neo Iraklio, un quartiere a nord di Atene, è arrivato in un momento estremamente critico per la Grecia e, secondo molti analisti, era mirato a colpire al cuore la democrazia e la stabilità politica di un Paese allo stremo delle forze. Lo shock per la società greca è stato forte. La condanna unanime. Il governo ha voluto mandare un messaggio molto chiaro ai terroristi. “Da qualsiasi parte provengano – ha detto il portavoce dell’esecutivo, Simos Kedikoglou – gli assassini saranno affrontati implacabilmente dalla Democrazia, dalla Giustizia e dalla societ� greca unita”.

Dal canto suo, sin da subito Alba Dorata ha sostenuto la versione di “un’azione criminale con una matrice di sinistra” per spiegare l’agguato in cui sono morti Manolis Kapelonis, 22 anni, e Yorgos Fountoulis, 27, ed è rimasto ferito Alexandros Gerontas, 29. Un deputato del partito, Ilias Panayotaros, ha accusato il ministro dell’Ordine pubblico, Nikos Dendias, di non aver fatto nulla per proteggere le sedi e le manifestazioni del movimento. Lo stesso parlamentare, parlando alla stazione Tv privata Skai, ha sostenuto che gli assassini fuggendo dal luogo dell’attacco, hanno gridato: “fascisti, carogne, morirete tutti!”.

Il timore che l’assassinio politico di venerdi possa segnare l’inizio di nuovi “anni di piombo” in Grecia, come avvenne negli anni ’80 e ’90 con l’organizzazione terrorista “17 Novembre”, è forte. Si teme che elementi di estrema destra, non affiliati ad Alba Dorata, possano cercare di vendicare l’uccisione dei due giovani. Trovare le armi non sarebbe un problema perchè, secondo quanto riferito da ex militanti del partito, interi depositi di Alba Dorata sarebbero sfuggiti alle ricerche della polizia. Dal canto suo, la polizia greca – stando ad un alto ufficiale citato dal settimanale To Vima – l’attacco se lo aspettava.

“Sapevamo da tempo – ha scritto l’alto ufficiale in un rapporto – che nell’area della guerriglia urbana c’era una mobilitazione e si preparavano attacchi mirati. La polizia era in stato di massima allerta e ce lo aspettavamo”. In base a quanto gli inquirenti hanno adesso fra le mani, tra cui i 12 bossoli calibro 9 esplosi tutti da una sola pistola semi-automatica modello Zastava di fabbricazione serba, ci sarebbero elementi in comune con gli attacchi condotti dall’organizzazione terrorista “Setta dei Rivoluzionari”, inattiva dal luglio del 2010, quando uccise il giornalista Sokratis Giolias crivellandolo con 16 proiettili.

Allora, insieme con la rivendicazione dell’omicidio di Giolias, il gruppo aveva inviato ai giornali anche una foto di alcune pistole Zastava. Ma c’è inoltre un altro macabro elemento in comune tra il “modus operandi” degli assassini di Giolias e quelli dei due militanti di Alba Dorata: in entrambi i casi, prima di fuggire, i killer hanno esploso il colpo di grazia alla testa delle vittime. Si ipotizzano naturalmente anche eventuali collegamenti fra i sicari di Neo Iraklio con il terrorismo internazionale. Ioannis Michaletos, analista di questioni di sicurezza, parlando alla stazione Tv Mega non ha escluso che all’assassinio dei due giovani abbia preso parte “un esecutore di importazione”, il quale ha agito, secondo l’esperto, con una freddezza professionale inconsueta per la realtà greca.

Le modalità messe in atto dai due killer, ha spiegato Michaletos, non hanno niente a che vedere con quanto si conosceva sino ad oggi in Grecia. Tutta l’operazione presenta caratteristiche simili ad attacchi messi a segno in Europa da gruppi provenienti da Paesi dell’ex Unione Sovietica che agiscono in base a un ben preciso piano. Se le indagini della polizia non avranno successo entro 48 ore dal delitto, allora sarà molto difficile individuarne gli autori perchè potrebbero aver già lasciato la Grecia, ha concluso Michaletos.