Italia-Libia. 11 miliardi di interscambio, ma il mercato traballa

Licinio Germini
Pubblicato il 16 Febbraio 2015 - 20:49 OLTRE 6 MESI FA
Raffineria libica

Raffineria libica

ROMA – Un interscambio complessivo di quasi 11 miliardi di euro, con l’Italia che si posiziona al primo posto come cliente e fornitore della Libia, e il paese maghrebino che occupa il dodicesimo posto come fornitore e il trentatreesimo come cliente della Penisola.

E’ questa la dimensione dei commerci tra Italia e Libia, un mercato di rilievo che le tensioni nel Paese nordafricano stanno facendo traballare.

Il flusso di scambi interessa soprattutto i prodotti energetici, considerato che la Libia è il Paese con le prime riserve di greggio dell’Africa e le quarte di gas naturale. Ma almeno in Borsa lunedi i gruppi dell’energia hanno tenuto: dopo la debolezza della mattinata legata anche alle incertezze sulla Libia, Eni, Total e Repsol hanno chiuso poco mossi, in linea con l’indice europeo dei titoli di settore (-0,32%).

L’interscambio commerciale della Libia con l’Italia, secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico, si è progressivamente ridotto negli ultimi anni, arrivando nel 2013 a quota 10,942 miliardi di euro, pressochè dimezzato rispetto ai livelli del 2008 (20,054 mld), dopo aver toccato un picco negativo nel 2011, l’anno della rivolta contro Gheddafi, a 4,583 miliardi (-69%). In in quell’anno nero le esportazioni sono calate del 77% a 610 milioni e le importazioni del 67% a 3,9 mld.

I dati più recenti sono relativi al primo semestre 2014 (4,786 miliardi) e mostrano una flessione del 49,2% rispetto al 2013. In particolare, nei primi sei mesi del 2014 l’export dell’Italia verso la Libia è stato pari a 1,732 miliardi (-15,4%) e l’import a 3,054 miliardi (-58,6%). Gli ultimi dati sull’intero anno sono relativi al 2013 ed evidenziano un aumento delle esportazioni (2,849 mld +19,7%) e un calo delle importazioni (8,093 mld -37,2%). E se l’export è rimasto in valore al livello del 2008 (2,645 mld), le importazioni in questi cinque anni si sono dimezzate.

A Tripoli l’Italia vende principalmente prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (56% dell’export totale); in misura molto minore (con un peso inferiore al 5% del totale) anche macchine di impiego generale o per impieghi speciali, apparecchiature di cablaggio, auto e motori. Dalla Libia, invece, il nostro Paese importa soprattutto prodotti energetici, gas naturale (47%) e petrolio (42%). Negli ultimi 10 anni (dal 2003 al 2013) gli investimenti diretti italiani in Libia sono stati 277 milioni di euro (a fronte di 112 milioni della Libia in Italia).

Per quanto riguarda infine la presenza di imprese italiane nel paese nordafricano, i dati fotografano la situazione al 31 dicembre 2011, quando le aziende erano 11, operanti in particolare nei settori petrolifero, infrastrutture, meccanica e costruzioni.