Obama, la ”maledizione del secondo mandato”: accuse di non essere in controllo

Licinio Germini
Pubblicato il 2 Novembre 2013 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente Barak Obama

Il presidente Barak Obama

USA. WASHINGTON – Un ”presidente spettatore”. Barack Obama rischia di passare alla storia cosi’: come l’uomo piu’ potente della Terra (anche se per Forbes e’ stato scavalcato da Vladimir Putin) che non controlla quello che gli accade intorno, dopo cinque anni alla Casa Bianca. A cui nessuno riferisce che l’America sta spiando i leader alleati. Oppure che il sito della Obamacare, fiore all’occhiello della sua presidenza, rischia di andare clamorosamente in tilt al suo debutto.

Le critiche in queste ore piovono su Pennsylvania Avenue da una parte all’altra dello schieramento politico. Troppi ”non sapevo”, troppe ammissioni di ignoranza, scrive il New York Times. Tanto da far sospettare che proprio cosi’ non sia. ”Come mai Obama non sapeva dei leader spiati? E se sapeva, come pensava che la storia non venisse fuori?”, scrive il Washington Post, che parla di ”situazione caotica” all’interno dell’amministrazione. Col rischio che i collaboratori del presidente, che oggi fanno quadrato attorno a lui, possano essere un giorno accusati di ”aver ingannato” l’opinione pubblica.

Del resto negare – sottolineano vari osservatori – e’ la stessa strategia che Obama adotto’ nel caso dell’attacco al consolato di Bengasi o in quello dello scandalo sui controlli facili del fisco a danno dei suoi avversari politici. Una strategia che finora ha funzionato. Ma adesso le polemiche sul Datagate e sul malfunzionamento dell’Obamacare – avverte il Wall Street Journal – rischiano di oscurare in primo luogo l’agenda del governo. Superata l’impasse dello shutdown e quella legata al tetto del debito, Obama aveva in programma un’accelerazione sulla riforma dell’immigrazione e su quella agricola.

C’è poi l’auspicata stretta sulle armi da fuoco che non c’è stata, senza scordare la priorita’ di dare al Paese un orizzonte di medio-lungo periodo sul fronte dei conti pubblici. Tutto potrebbe essere vanificato dalla cosiddetta ‘maledizione del secondo mandato’, ricordano gli analisti.  Quella che colpi’ Ronald Reagan con lo scandalo dell’Iran-Contra, Bill Clinton con l’affaire Monica Lewinsky, George W.Bush col disastro annunciato dell’uragano Katrina.

”E’ chiaro che c’e’ un disegno per cui, di fronte a ogni cattiva notizia per l’amministrazione, la scusa e’ che il presidente non sapeva”, attaccano i repubblicani: “Gli americani vogliono sapere che hanno un presidente in carica, in pieno controllo della situazione e che si prenda le sue responsabilità”. Ma le critiche arrivano anche dal fronte democratico: ”Si resta molto sorpresi come di fronte al fatto che persone di alto livello non siano al corrente di certe cose”, afferma un ex consigliere del presidente Clinton. E la presidente democratica della commissione servizi del Senato, Dianne Feinstein, incalza: ”Il presidente non era informato? Allora abbiamo un grande problema”.