Usa, presidenziali 2016. ”Dream Ticket” Hillary-Michelle, già se ne parla

Licinio Germini
Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 13:56| Aggiornato il 3 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Negli Stati Uniti è una consuetudine che non si smentisce mai. Nemmeno questa volta.

Appena termina una campagna elettorale presidenziale ne comincia un’altra. Barack Obama non ha fatto in tempo a sedersi sulla sua poltrona nell’Ufficio Ovale che già sono cominciati a circolare voci su questo o quel candidato – senatori, deputati, sindaci, governatori, procuratori generali – che sebbene al 2016 manchi ancora parecchio stanno pensando di provare a trasferirsi al 1600 di Pennsylvania Avenue.

Non c’è quindi da sorprendersi se non appena si è saputo che il segretario di stato Hillary Clinton – donna straordinaria che per quattro anni ha girato il mondo svolgendo il suo lavoro in maniera ammirevole – avrebbe lasciato l’amministrazione, si è subito fatto il suo nome come prossimo presidente al termine del secondo e ultimo mandato di Obama. Lei nega, ma lo fa con sempre minor energia, anche perchè i sondaggi, qualsiasi sondaggio, la portano sugli scudi.

Ma un ”ticket” presidenziale, ovvero un accoppiata di candidati alla presidenza ed alla vice presidenza, ha bisogno, appunto, di un vice-presidente, e provate a indovinare di chi si comincia a parlare come running mate di Hillary? Di un’altra donna che è riuscita a conquistare l’ammirazione e la stima degli americani: Michelle Obama, anch’essa esaltata dai sondaggi. Allora un ”ticket” Hillary-Obama?

C’è un modo, da noi sconosciuto, in cui gli americani, dall’Alaska al Mississippi, cominciano a dimostrare le loro preferenze: il ”bumper sticker”, ovvero una placca di metallo attaccata al paraurti posteriore che annuncia come la pensa il guidatore. E i ”bumper sticker” con la scritta ”hillary-michelle” hanno già cominciato a circolare.

Hillary Clinton non ha ancora rivelato cosa intende fare dopo il Dipartimento di Stato, ma la tentazione di gettarsi nella mischia deve essere forte: sarebbe la prima donna presidente degli Stati Uniti. Stesso discorso per Michelle: la prima donna afroamericana alla Casa Bianca. Certo, le incognite sono tante: prima di tutto i soldi, tonnellate di soldi, che occorrono a qualsiasi candidato tra campagne per le primarie e campagna per la presidenza. E i repubblicani, di fronte alla prospettiva di due donne alla Casa Bianca, di cui una ”nera”, di miliardi ne sfoggerebbero tanti da non saper nemmeno contarli.

I media hanno già cominciato a parlare di quello che definiscono il ”dream team” (team da sogno). Chi ci batte di più è il Washington Examiner, una testata ”free press” della capitale, citando fra gli altri Karen Finney, ex portavoce della Clinton. Cioè: quale migliore accoppiata tra Hillary e Michelle?

“Con tutto il rispetto per il presidente Barack Obama e il suo vice Joe Biden- scrive il giornale – entrambe le donne in questione hanno provato di essere leader efficaci capaci di crescere figli e per loro trattare con il Congresso sarebbe una passeggiata”. In un articolo nella sua edizione online l”Examiner’ osserva anche che i ”bumper sticker” sulle le automobili con ‘Hillary-Michelle for president’ iniziano a spuntare un po’ ovunque.