Aiuti a generali egiziani: cresce tensione tra Usa e Riad

Licinio Germini
Pubblicato il 21 Agosto 2013 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Tensione tra Washington e Riad sul tema cruciale degli aiuti economici e soprattutto militari al governo egiziano. Negli States s’e’ sparsa la voce che l’amministrazione Obama avrebbe deciso, in modo segreto, di sospendere temporaneamente la consegna di armi all’esercito egiziano e alcune forme di aiuti economici. Lo scoop e’ del Daily Beast e se risultasse accurato contraddirebbe in modo plateale quanto sostenuto finora dal Dipartimento di Stato americano.

La versione ufficiale è che Tutta la questione degli aiuti e’ ancora sotto esame e non e’ stata presa alcuna decisione circa l’enorme flusso di denaro (almeno un miliardo e mezzo di dollari l’anno) tra Washington e il Cairo. E’ stato il senatore democratico Patrick Leathy, attraverso il suo portavoce, a rivelare al sito di Tina Brown che ”gli aiuti sono stati bloccati”. Il punto decisivo riguarda la fornitura degli elicotteri Apache, gia’ pagati dal governo egiziano, oltre a ingenti sostegni economici a favore di programmi che aiutano l’esecutivo del Cairo.Come ampiamente previsto, l’amministrazione smentisce lo scoop del Daily Beast negando fermamente che si sia deciso segretamente alcunche’ circa lo stop, temporaneo o permanente, degli aiuti Usa all’ Egitto.

Una portavoce del National Security Council ha infatti ribadito quanto dichiarato gia’ ieri: il governo sta valutando giorno dopo giorno l’opportunita’ di questi aiuti, ma ancora non e’ stata presa nessuna decisione al riguardo. Successivamente, e’ stata direttamente la Casa Bianca a definire ”errata” ogni notizia circa la sospensione degli aiuti, sottolineando che l’esame di questa questione ”non e’ ancora conclusa”.

Ma a impensierire Obama non e’ solo lo scoop del Daily Beast – che potrebbe essere vero o non vero –  quanto la condotta adottata dai vertici sauditi. A Washington non e’ stata accolta con favore la notizia che Riad e altri Paesi del Golfo sono pronti a compensare qualsiasi taglio degli aiuti occidentali all’Egitto del generale al Sissi. Un annuncio che provoca tensione tra gli Stati Uniti e i sauditi, considerati tradizionalmente gli alleati piu’ stretti dell’America in tutta la regione. Barack Obama, da tempo sulla graticola con l’accusa di aver perso influenza in Medio Oriente, non puo’ certo permettersi di vedere allentare i suoi rapporti privilegiati non solo con l’Egitto, sconvolto dalla repressione dell’esercito, ma anche con Riad, ormai dichiaratamente schierata con i generali nel loro intento di debellare la Fratellanza Musulmana.

Una preoccupazione sottolineate dal Washington Post. Del resto, sin dal colpo di stato militare del 3 luglio, gli Stati Uniti e i sauditi si sono mossi in ordine sparso. Da quando Morsi e’ stato deposto, l’Arabia Saudita e i suoi alleati del Golfo hanno versato nelle casse del nuovo governo 12 miliardi di dollari. Ma i sauditi devono stare attenti. Il ministro degli Esteri, il principe Saud al-Faisal, ha definito l’Egitto una ”sua seconda patria”, aggiungendo che non avrebbe mai permesso che finisse travolto dal caos. Tuttavia, appoggiare in modo cosi’ incondizionato i generali del Cairo rischia di mettere in crisi i rapporti di Riad non solo con il colosso americano ma anche con la Turchia e il Qatar, aggiungendo nuove incognite al gia’ complicato scacchiere mediorientale.