Linee guida Ue, Von der Leyen ferma l’assalto ai 209 miliardi, Conte avverte Parlamento e partiti

di Bruno Tucci
Pubblicato il 17 Settembre 2020 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Linee guida, Von der Leyen (nella foto) ferma l'assalto ai 209 miliardi, Conte avverte

epa08672183 European Commission President Ursula Von Der Leyen delivers her first state of the union speech at a plenary session of European Parliament in Brussels, Belgium, 16 September 2020. EPA/OLIVIER HOSLET

Parafrasando il maestro Dante si potrebbe dire: “Italia qui si parrà la tua nobilitate”.

I 209 miliardi europei arriveranno, ma la presidente Ursula von der Leyen è stata chiara: “Andranno spesi secondo i criteri stabiliti”. Si mettano quindi il cuore in pace coloro che pensavano di dare l’assalto alla diligenza per potersi accaparrare una parte del malloppo.

Le linee guida prevedono la riduzione delle tasse, il salario minimo, l’emergenza sanitaria, lo sviluppo digitale. “L’Europa è fragile, è stata piegata dal Covid19. È urgente farla ripartire”. Ed ha aggiunto: “L’Italia ha accusato il peso maggiore”.

Dunque, ci siamo. Le promesse sono state mantenute e questa è un’occasione storica che il nostro Paese non può farsi sfuggire. Occorre lavorare fin da subito senza perdere nemmeno un giorno.

Attenti alle linee guida

Giuseppe Conte ha ricevuto le linee guide e le ha trasmesse immediatamente a Camera e Senato. Comprendiamo che questi sono gli ultimissimi giorni di campagna elettorale. Ma subito dopo la speranza è che termineranno le polemiche, gli attacchi violenti, le liti di cortile e si avvierà un processo che riporti l’Italia al posto che merita.

Su un altro punto la signora Ursula è stata quanto mai esplicita: quando ha affrontato il problema di Dublino. Cioè di quell’accordo secondo il quale i migranti debbono rimanere ospiti del Paese in cui sbarcano. Ora è evidente che in questa situazione l’Italia è stata e sarà sempre la più penalizzata. Lampedusa ne è un esempio lampante.

Ridiscutere Dublino con le linee guida

Si dovrà agire in maniera diversa e distribuire quei poveri cristi che fuggono dalla loro terra secondo un criterio più giusto. Una distribuzione più equa insomma che faccia trarre all’Italia un sospiro di sollievo.

Il tragico episodio di Don Roberto, il prete degli umili trucidato a Como da un tunisino, deve far riflettere i  nostri governanti. In primo luogo il ministro degli Interni. L’assassino non poteva più stare in Italia, da tempo doveva essere espulso. Perché, allora, si trovava ancora in Lombardia? E chiedeva spesso al sacerdote un aiuto che potesse almeno sfamarlo?

Adesso, si dice che l’uomo era ed è fuori di testa. Ma se così fosse come mai non è stato ricoverato in un ospedale specializzato per renderlo innocuo? Qui il problema ritorna alle origini. L’Italia non può sobbarcarsi il peso di un grande numero di migranti soprattutto perché da noi ci sono pochissime possibilità di trovare un lavoro.

Ben vengano, dunque, le parole della von der Leyen che mettano fine ad una situazione che si fa di giorno in giorno sempre più pericolosa.

La mozione di sfiducia della Lega contro Azzolina

Europa a parte, quella di ieri è stata una giornata trascorsa nella normalità. Le solite punture di spillo in vista della doppia elezione di domenica. I discorsi infuocati dei leader per convincere gli elettori ancora indecisi. I problemi della scuola sempre in alto mare. La mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il ministro Lucia Azzolina.

Lega che deve difendersi a spada tratta dalle accuse dei giudici che stanno indagando su alcuni illeciti commessi da tre commercialisti (arrestati) molto amici del Carroccio.

Non è mancata neppure l’ultima sorpresa sul referendum che vuole il taglio dei Parlamentari. Sul fronte del no si è schierato anche Walter Veltroni, padre nobile del partito. Il che la dice lunga sulla confusione che esiste all’interno del Pd.

L’ex vice presidente del Consiglio si difende e risponde a tono: “Il no è nella storia del Pd”.