No al Natale occidentale: quelli con l’anima da kapò

di Lucio Fero
Pubblicato il 30 Novembre 2015 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA
No al Natale occidentale: quelli con l'anima da kapò

Marco Parma, il preside di Rozzano che ha vietato i simboli cristiani a Natale (foto Ansa)

ROMA – Ultima ma non ultima è arrivata la Cgil, avevamo sperato mancasse all’appello ma non ce l’ha fatta. Caterina Spina, a nome della Cgil milanese, ha condannato “chi confonde l’attenzione e la sensibilità per le culture…il lavoro quotidiano per un comune sentimento di appartenenza con pregiudizio e intolleranza…”. Nel caso in specie “attenzione e sensibilità per le culture e lavoro quotidiano per un comune sentimento di appartenenza” hanno secondo Cgil preso la forma di una festa di Natale spostata di un mese per non turbare e di “canti religiosi da evitare a scuola perché in questo periodo possono essere provocazione”. Sì, la storia è quella del preside Marco Parma e dell’Istituto Garofani di Rozzano, periferia sud di Milano…Ma è una storia più vasta, riguarda tutti quelli, e non son pochi, che hanno (e spesso neanche lo sanno) l’anima del kapò.

Le cronache riportano di genitori che pubblicamente solidarizzano con il preside e appunto della Cgil che difende la sua scelta culturale. Ci sono delle circostanze ambientali che spiegano in parte queste posizioni. Il benaltrismo lamentante che è una caratteristica comportamentale base del cittadino al tempo della cittadinanza dissolta (nel caso la frase tipo è: “qui mancano i fondi per la scuola e stiamo a discutere di teoria…). E, per quel che riguarda la Cgil, molto si spiega con il fatto che Renzi quel preside non lo ha apprezzato, anzi. Se Renzi è contro, la Cgil non può che essere a favore: è il primo comandamento del sindacato. Circostanze che in parte spiegano, in parte…Al fondo però c’è qualcosa di più fondo.

Per pensare che “canti religiosi possano essere di questi tempi provocazione” (ovviamente nei confronti di chiunque non condivida la religione di quei canti, nel caso in specie i musulmani), per pensare una cosa del genere, per pensare che la laicità sia l’abolizione o il camuffamento delle feste con radice religiosa, per pensare che l’albero di Natale sia simbolo neutro e quindi puro e magari la stella cometa (sta spesso pure sull’albero!) sia invece riferimento “cristiano” e quindi partigiano e quindi divisorio e quindi compromissorio e quindi pericoloso…Per pensare così occorre non essere fortissimi in storia, storia delle religioni, delle culture, dei comportamenti umani. Per non dire in storia e fenomenologia delle idee. Per pensare così occorre avere una cultura diciamo così poco complessa, una pianura concettuale senza altopiani e rilievi.

Ma soprattutto occorre essere predisposti e pronti, anche a propria insaputa. Predisposti e pronti, se e quando la storia dovesse richiederlo, ad assumersi i compiti dei kapò. I kapò furono in buona parte poveri cristi (sia detto senza riferimento religioso), disgraziati e sfortunati umani che un’ideologia armata e votata alla sterminio/cancellazione degli impuri e dei subumani usò ed utilizzò come truppa ausiliaria nei lager. Truppa ausiliaria che accompagnava dopo la selezione alla rampa, accompagnava e diceva di stare tranquilli perché erano docce…Truppa ausiliaria che teneva buoni gli umani da eliminare e poi ne tirava fuori ciò che ne restava di utile: i denti, i capelli…

Non che ai kapò fosse per questo risparmiata la morte. Finivano ammazzati anche loro. E lo sapevano che sarebbero finiti ammazzati. Ammazzati dagli stessi che compiacevano. Lo facevano i kapò per qualche giorno in più su questa terra, soprattutto però lo facevano per un istinto, bisogno di dare ordine e motivazione perfino al proprio sterminio. In un certo senso i kapò sono la continuazione di quei consigli ebraici che in tutta Europa cercavano di trattare, comprare, mediare con i nazisti che li eliminavano. Quei consigli ebraici che negavano a se stessi la realtà e sempre sconsigliavano ogni forma di resistenza. Quel pensare per cui la vittima, anche quando va al macello, immagina di avere qualche colpa per quel che accade e così dà un senso alla sua stessa rovina.

Ecco, quelli che pensano che a Natale è meglio evitare i bambin gesù e le mangiatoie hanno l’animo del kapò. Sono pronti a spiegarsi l’ideologia in armi che li vuole scannati o sottomessi come conseguenza anche di loro, anzi nostri errori, errori di noi europei, anzi occidentali in quanto tali. Quelli che no al Natale occidentale hanno paura, una incontrollabile paura. E questo ne fa dei pavidi, civilmente pavidi che non è certo virtù ma neanche peccato. Però nella loro paura diventano portatori di una cultura della rimozione, allontanamento, rinuncia.

Come nulla fosse rimuovono, archiviano, nascondono non una religione ma una civiltà. Anzi, la civiltà. Occidente è molti errori e misfatti storici (come l’Islam, come le dinastie cinesi, come Maya e Aztechi…). Ma è anche e soprattutto il diritto dell’uomo a essere libero e uguale davanti alle religioni. E’ l’Occidente la libertà, l’eguaglianza, la ragione, l’immanenza della legge, lo Stato non teocratico, la donna non fauna privata dell’uomo, la autodeterminazione del come si mangia, ama, prega…L’Occidente è civiltà. Quella stessa che l’Islam quando era egemone praticava e infatti ammetteva tutte le religioni e tutte le scienze.

Quelli che il Natale occidentale no fanno un pacco della civiltà, di ogni civiltà , e se lo vendono a due soldi pensando di comprarsi benevolenza o indulgenza dalle ideologie armate. Si illudono, tradiscono se stessi, abbandonano come fosse zavorra il meglio che gli umani hanno prodotto quanto a valori, diritti, doveri, ideali. E, ultimo ma non ultimo, sono insopportabili perché si atteggiano a maestri di cultura e della cultura.

Non sanno invece nulla, né delle colpe reali dell’Occidente, né di storia e neanche niente di nulla. Avessero letto Marx, Hegel, Kant…avessero letto qualcuno o qualcosa invece e oltre qualche tweet, saprebbero che non esiste in storia ed economia un rapporto diretto e meccanico tra indigenza e rivolta e quindi eviterebbero di suggerire l’idiozia dell’Isis come nato dalla povertà degli arabi. Ma quelli del Natale occidentale in fondo non hanno voglia e bisogno di sapere nulla e niente. A loro basta offrire al per loro incomprensibile imperscrutabile dio della storia un sacrificio perché non li colpisca con la sua ira. E quindi offrono in pegno, sacrificano il Natale cristiano, l’intera cultura occidentale, la Rivoluzione francese…quel che capita. Sono come quei sacerdoti che sull’alto delle piramidi sbudellavano ed estraevano il cuore pulsante del sacrificato e gli dei…e si dicono laici.