Tsipras: elezioni anticipate. Grecia: Syriza diventano due

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Agosto 2015 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA
Tsipras: elezioni anticipate. Grecia: Syriza diventano due

Alexis Tsipras

ROMA – La tv greca annuncia e Tsipras conferma: dimissioni e elezioni anticipate a settembre. L’annuncio nel giorno in cui alla scadenza la Grecia ha rimborsato la rata miliardaria di debito che aveva con la Bce. I soldi sono venuti dalla prima tranche del terzo pacchetto di finanziamenti europei ad Atene: 23 miliardi per onorare i debiti a scadenza ravvicinata e soprattutto per ricapitalizzare le banche greche, cioè mettere un po’ di fondi dentro le loro casse prosciugate dal ritiro di massa di capitali e depositi grandi e piccoli. Il tutto 24 ore dopo che il parlamento tedesco, sia pure con la fronda di 66 parlamentari del partito di governo, ha approvato l’intera terza tranche di finanziamenti alla Grecia: 86 miliardi.

Ottenuto questo risultato, Alexis Tsipras non poteva tenere in piedi quel che è ormai il grande equivoco greco: un governo e un accordo internazionale sostenuto solo da una parte del partito maggioritario di governo. Di Syriza infatti oggi in Grecia ne esistono due, in profondo disaccordo tra loro. C’è Syriza di Tsipras e c’è quella dell’ex ministro dell’Ambiente e del’ex ministro della Finanze e della ex presidente del parlamento. C’è la Syriza che ha firmato l’accordo e che vuole, ha sempre voluto, restare nell’euro. E c’è la Syriza che, come Varoufakis, dall’euro sarebbe anche uscita. E pure volentieri. C’è la Syriza che vota i provvedimenti e le leggi coerenti all’accordo e la Syriza che vota contro e li considera prevaricazioni e crimini o quasi contro la volontà popolare.

Il grande equivoco si scioglierà presto, il 13 o il 20 settembre. Si scioglierà per via elettorale. Tsipras ha deciso, è pronto l’annuncio: elezioni anticipate neanche un anno dopo l’ultimo voto. Elezioni per misurare e pesare chi e cosa è Syriza in Grecia. Di fatto un nuovo referendum dopo quello dell’ estate in cui i greci furono chiamati a respingere la proposta dell’Ue e lo fecero a grande maggioranza convinti e sicuri, così raccontavano loro i loro governanti, che sarebbe bastato minacciare Grexit e Merkel e Bce avrebbero cancellato il debito greco per paura/panico di nuovi crolli nei mercati finanziari.

Non è andata così, è andata al contrario e ora i greci sanno che un No elettorale alla Ue e all’euro ha in costo. Diranno presto se vogliono pagarlo o se ritengono più vantaggioso o meno pericoloso la gabbia di protezione/camicia di forza del terzo pacchetto Ue/Grecia.

I mercati in attesa dell’esito del voto resteranno diffidenti, prudentemente diffidenti. Lo fanno sempre e ovunque quando non è chiaro chi comanda. Non sarà chiaro in Grecia fino al 20 settembre e non sarà chiaro in Spagna fino ad ottobre quando anche là si vota. In Spagna dove c’è ripresa economica ma c’è anche la possibilità della vittoria elettorale di Podemos. Due elezioni a distanza ravvicinata che diranno chi comanda in Grecia e Spagna ma diranno anche molto sulla consistenza e praticabilità di fronti anti euro. Per dirla alla greca, qual è Syriza vera e quale Syriza sopravvive al contatto con la realtà?