Babele vaticana sui soldi dei preti, domandiamo a “chiediloaloro.it”?

di Lucio Fero
Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Spie e corvi, maggiordomi e arresti, complotti e maneggi in Vaticano. E il papa che parla di “Babele”… In realtà la cosa, almeno al nocciolo, non è poi così confusa, non è proprio una “babele”. Una cosa almeno chiara e netta c’è: tutto ruota intorno ai soldi, ai soldi dei preti. In origine c’è la lettera a Benedetto XVI da parte di Monsignor Carlo Maria Viganò: lamentava di essere stato fermato nella sua opera di controllo delle finanze e della spese vaticane, fermato da altri e alti prelati. Dopo la lettera-denuncia Viganò fu “promosso” ad altro incarico, nelle Americhe, al di là dell’oceano. In origine dunque furono le spese del Governatorato e le finanze vaticane, in origine e anche dopo.

La seconda puntata infatti è quella della vicenda del San Raffaele di Milano. Alti prelati, non è un mistero tra questi ci fosse il cardinale Tarcisio Bertone, volevano, fortemente volevano fosse appunto il Vaticano a rilevare l’ospedale portato al fallimento finanziario da Don Verzè. Affare rischioso per le finanze vaticane, notevole il buco di bilancio del San Raffaele da ripianare. Alti prelati, tra cui il presidente della Cei Angelo Bagnasco e il cardinale Angelo Scola, appena nominato arcivescovo di Milano, avevano fatto sapere di essere contrari all’assunzione del rischio. La terza ed eterna puntata è quella dello Ior, la banca vaticana e anche qualcosa in più. Da tempo il Vaticano sta trattando con la comunità internazionale il suo ingresso nella “lista bianca”. Lista bianca di cosa? Degli Stati e delle istituzioni finanziarie che rispettano e applicano gli standard di trasparenza e affidabilità finanziaria, insomma che maneggiano soldi secondo le regole. In quella lista bianca  il Vaticano non c’è.

Per entrarci occorre che lo Ior predisponga e attui comportamenti bancarie  finanziaria sui quali…Sui quali è saltata la figura e l’incarico di Ettore Gotti Tedeschi, di fatto dimissionato dal Vaticano la scorsa settimana. Chi lo ha messo alla porta giura di essere dalla parte della trasparenza, giura la stessa cosa anche Gotti Tedeschi: alti e altri prelati interpretano la trasparenza e la correttezza della banca vaticana in modo evidentemente diametralmente opposto.

Prima, seconda, terza ed eterna puntata e non è proprio “babele”. Spie, corvi, complotti, fazioni…Non su articoli di fede e neanche su esegesi di testi sacri e neanche su liturgia e catechesi: tutto avviene e ruota sui soldi, sui soldi dei preti. Questo è chiaro e indubbio, tutto il resto, il chi, il quanto, il come è da scoprire. A chi domandarlo? A “chiediloaloro.it”? All’indirizzo email dove la Chiesa rimanda, con abbondanza di spot tv, chiunque voglia conoscere le buone ragioni per versare alla Chiesa stessa l’imminente 8 per mille della dichiarazione dei redditi?