Banche, resistibile e poco nobile battaglia Popolari contro “grandi e stranieri”

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Febbraio 2015 - 15:21 OLTRE 6 MESI FA
Banche, resistibile e poco nobile battaglia Popolari contro "grandi e stranieri"

Banche, resistibile e poco nobile battaglia Popolari contro “grandi e stranieri”

ROMA – Dicono i dirigenti, i rappresentanti e i molti sponsor politici delle Banche Popolari italiane che gli stranieri della finanza e del credito “speculano e, se arrivano, non daranno più finanziamenti al territorio”. Dicono le cronache giudiziarie e finanziarie degli ultimi anni, mesi e giorni che molte italianissime Banche Popolari rubavano di fatto fondi, redditività e soldi ai loro azionisti e che davano sì soldi al “territorio”, inteso però questo come il club degli amici, dei segnalati e dei…riconoscenti.

Dicono i dirigenti, i rappresentanti e i molti sponsor sindacali e politici (di governo e di opposizione) delle Banche Popolari che se si rompe la regola del “voto capitario”, arriva la grande e straniera finanza e che sarà invasione delle cavallette e che conteranno solo i ricchi e potenti e mai più i piccoli e senza capitali. Il voto capitario è quella regola secondo la quale puoi avere una o mille o diecimila azioni, sempre uno conta e vale il tuo voto di azionista della Banca. E’ un sistema come un altro, un sistema che privilegia ed esalta la ricerca e la costruzione del consenso rispetto alla ricerca e costruzione del profitto aziendale.

Alle corte, c’è chi le Banche le vuole edificate sulla pietra e con la malta della rete delle conoscenze, favori, scambi, do ut des, ovviamente sul “territorio”. E questo ci mette dentro le sue Banche, ovviamente Popolari, conoscenze, scambi, favori, riconoscenze. E chi nelle Banche, anche Popolari, ci metterebbe niente meno che soldi e capitali. C’è chi da anni, da sempre, spesso e volentieri sul “territorio” presta soldi senza garanzie che non siano le referenze politico/sociali, magari rimettendoceli quei soldi (facendoli rimettere alla Banca, restando invece lui dirigente titolare di credito politico/sociale che si ingrossa proprio perché ha finanziato…a prescindere). E c’è chi invece introdurrebbe il criterio secondo il quale si fa credito a chi ha progetti di impresa. Magari sul “territorio” ma credibili. E non credibili perché sul “territorio”.

C’è chi dice: sopra gli otto miliardi ma quale piccola banca di territorio? E chi dice: toccare le Banche Popolari, costringerle a cambiare il modo di governarsi e governare il loro denaro è come sfregiare la Madonna. La Madonna del sistema che da decenni, sia pur tra un default e l’altro, sia pure tra un processo e l’altro, sia pure scontando “figli e figliastri” nella clientela, insomma ha funzionato. Cioè ha portato soldi al “territorio” politico e sociale.

Che in questo le Banche Popolari abbiano funzionato, nel portare soldi al “territorio” politico e sociale anche più, molto più che imprenditoriale, non c’è dubbio. E c’è la controprova. A strenua difesa delle Banche Popolari così come sono (guai all’arroganza dei capitali e del profitto, sì al dominio delle conoscenze e relazioni) sono la sinistra del Pd con annessi sindacati. E a fianco c’è la Lega di Salvini, spacca tutto ma questo no. E a fianco ci sono quelli di Alfano e molte residue “famiglie democristiane” allocate qua e là nei partiti di centro destra. E al fianco c’è M5S attentissimo e irritabilissimo e intransigente se uno non viaggia in aereo di linea però serenissimo se uno o più governano una banca e i relativi soldi sul consenso degli amici.

E’ una grande battaglia quella delle Banche Popolari per restare come sono serbatoio di finanziamenti sul “territorio”, soprattutto quello della politica e delle forze sociali. Una battaglia con molti alleati. Però resistibile e in fondo poco nobile perché basata sul grido “Mamma li turchi”. Quel gridare all’invasione straniera, quella avversione sceneggiata contro il grande capitale…sanno di trucco di scena. Davvero un ladro italiano o un italiano che spreca i soldi è meglio di uno straniero che i soldi li fa fruttare? Davvero qualcuno nelle banche crede all’autarchia finanziaria? Son trucchi di scena che rendono appunto meno nobile la battaglia. Si dica: non vogliamo riforme perché la nostra clientela, la nostra rete di favori è la nostra stessa natura. Questa è la nostra finanza e altra non sappiamo e non vogliamo fare. Sarebbe una battaglia più onesta e dignitosa.