Governo si brucia con la benzina, incapace di capire lo sciopero d’agosto

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Luglio 2012 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Avete presente gli “Osservatori”, quelli che ad ogni fine settimana di luglio, agosto e pure sotto Pasqua e Natale ci informano di “milioni di italiani sulle strade”? Voi ovviamente sì, è un ritornello dei tg. Però il governo non sembra averli presente, forse il governo non  guarda i tg. Avete presente quei milioni di italiani sulle strade il 3 e il 4 di agosto, rispettivamente sabato e domenica, il fine settimana del più massiccio spostamento in  automobile dell’intero anno, l’unica combinazione di giorni che autostrade e polizia stradale e Protezione civile hanno bollato con il “bollino nero”? Certo che ce l’avete presente, forse ad aver programmato di partire quel giorno siete anche voi. Ma il governo no, non ce li ha presenti e visibili alla sua mente e ai suoi occhi quei milioni di italiani in automobile. Milioni e milioni di italiani che questo governo, tra il distratto e l’incapace, sta per consegnare all’inferno in strada, inferno con i benzinai nella parte dei demoni col forcone.

Immaginiamo ma non ci vuole neanche tanta immaginazione: i benzinai, anzi ad essere precisi i gestori degli impianti di rifornimento, confermano e attuano lo sciopero dalla mezzanotte di venerdì 2 agosto alla mezzanotte di domenica 4. Niente benzina su strade e autostrade, impossibilità di rifornirsi. Quindi tutti a riempire il serbatoio già da venerdì mattina, anzi prima perché venerdì potrebbe essere tardi, infatti si riforniscono tutti e venerdì i benzinai aperti finiscono l’un dopo l’altro le scorte e chiudono prima dello scattare dello sciopero perché  le colonnine sono a secco. E’ già successo in occasioni analoghe, anzi di analoghe occasioni non ce ne sono mai state, mai era stato “osato” uno sciopero quando milioni e milioni di famiglie viaggiano per lunghi percorsi.

Quindi caccia alla benzina da giovedì, fila, nervosismi, forse anche accaparramenti pericolosissimi di benzina in tanica, tanica da mettersi poi in macchina per il viaggio del week-end. Una scelta da evitare assolutamente, si diventa una bomba incendiaria viaggiante. Caccia alla benzina da giovedì ma caccia vincente e davvero vittoriosa solo per chi deve spostarsi al massimo di 400 chilometri. Con un pieno più o meno è questa l’autonomia, si arriva al posto di vacanza e resta qualche litro per andare a fare la spesa sabato e domenica, la spesa e poco più perché i distributori sono chiusi e di benzina non ci si può rifornire. E chi deve fare 500 chilometri per arrivare a  destinazione? Può decidere di restarsene a casa, buttare soldi e giorni delle sue vacanza. Oppure partire per l’avventura.

Forse, forse, potrebbe trovare un benedetto e misericordioso “crumiro” sull’autostrada. Oppure sull’autostrada si ferma con i bambini che chiedono perché. A quel punto forse, forse, una pattuglia della polizia stradale gli porterà qualche litro di carburante, ma sarà un privilegio per pochi. Agli altri la Protezione civile porterà dell’acqua. Forse, forse, al Sud qualcuno di “organizzato” fiuterà l’affare e allestirà una sorta di mercato nero della benzina. Forse, forse, qualcuno perderà la pazienza e il controllo e al pianto dei bambini fermi in macchina risponderà prendendole, diciamo a calci, quelle pompe vuote e deserte. Se non c’è la revoca dello sciopero sarà calvario, inferno e reale “turbamento dell’ordine pubblico” per milioni di famiglie su migliaia di chilometri.

Una qualche incosciente autorità ha pensato di aver fatto il suo inducendo i benzinai a “soli” due giorni di sciopero invece che tre. Avessero scioperato il venerdì e il sabato e poi la domenica, forse, e neanche tanto forse, notte tempo qualche distributore sarebbe stato assaltato e il lunedì successivo gli impianti li avrebbe dovuti presidiare la polizia, per la loro sicurezza. Non è una prova di ragionevolezza aver rinunciato alla “guerra civile sulle strade”, al contrario è una prova di irresponsabilità sociale aver deciso di far viaggiare le famiglie italiane all’inferno il 4 e 5 di agosto. Ma questo riguarda gli scioperanti che pur qualche ragione ce l’hanno anche se così scioperando ogni ragione la perdono.

Quel che davvero stupisce è l’apparente incapacità di capire da parte del governo. Di capire quel che significa, anche politicamente, quell’inferno sulle strade italiane in quei due giorni e nei giorni che precedono e seguono. Avere centinaia, migliaia di auto e famiglie bloccate e da soccorrere, avere decine, centinaia di migliaia che viaggiano con ansia e sgomitano per garantirsi la benzina che sta per finire, avere milioni di italiani cui si guasta, danneggia e si rende più costoso quel po’ di vacanza, dimostrare di non essere in grado di garantire la mobilità minima e fondamentale del paese: come si fa a non capire che sarebbe una grandissima sconfitta di immagine e di sostanza? Come si fa a non mobilitarsi di corsa e con ogni mezzo per non  avere il paese allo sbando davvero in quei giorni, davvero allo sbando e non solo sui titoli di giornale? Chiunque vedrebbe che sulla benzina d’agosto qualunque governo si può bruciare. Finora invece il governo Monti ha guardato la vicenda con elegante sussiego, quello, spiace dirlo, di coloro a cui la benzina non può mancare mai. Appena un timido fremito, dicono che il ministro Passera farà qualcosa per evitare lo sciopero. Speriamo sia più di un fremito, speriamo che il governo capisca di che si tratta. Per il diritto di muoversi, per le vacanze delle famiglie, per la pace sociale e anche, se non capisce il resto, per se stesso.