Berlusconi-Gentiloni: nel paese dei matti e asini anche l’ovvio è stupefacente

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Dicembre 2017 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
berlusconi-gentiloni

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ROMA – Berlusconi-Gentiloni e un minuto dopo, un’ora dopo, il giorno dopo il paese dei matti e asini si agita, si accende, si cimenta in una chiacchiera grottesca sulla “notizia”, “svolta” o addirittura scandalo politici.

E quale sarebbe la notizia, la svolta, lo scandalo, la novità? Eccola, Berlusconi che dice: se dalle elezioni non uscisse una maggioranza e quindi un governo si continua con il governo in carica. Berlusconi dice la più assoluta ovvietà. Berlusconi che dice senza un vincitore, una maggioranza e quindi un nuovo governo resta in carica Gentiloni e si va a nuove elezioni è l’assoluta, totale ovvietà.

Quel che dice Berlusconi è quel che è appena accaduto in Germania, quel che è accaduto in Spagna, quel che è successo in Belgio. E’ quello che succede quando le elezioni non portano al formarsi di una maggioranza in Parlamento. Si rivota e nel frattempo resta ovviamente in carica il governo in carica.

Non c’è notizia, novità, svolta, tanto meno scandalo. Quel che dice Berlusconi potrebbe dirlo qualunque cittadino digiunissimo di politica e assolutamente disinformato e alieno sul e al funzionamento delle istituzioni. E’ semplice: se la volontà popolare (elezioni) non fa nuovo governo, resta in carica quello di prima fino a nuove ravvicinate elezioni.

Altrimenti quale sarebbe, quale potrebbe essere l’alternativa? Si chiude il governo? Quello vecchio via perché è vecchio e quello nuovo niente perché non c’è? Si dichiara la vacanza, il vuoto di governo? Si chiude per ferie arretrate? Si governa una settimana per uno a turno tra tutti quelli che si sono presentati alle elezioni? Si tira a sorte, si fa un gratta e vinci e chi vince ha in premio i deputati che gli mancano per fare maggioranza?

Berlusconi ha detto l’ovvio e il normale e lo capirebbe chiunque, fosse solo per buon senso e fosse solo per senso pratico. Ma nel nostro paese il senso comune ha da tempo sconfitto, torturato, imprigionato e ridotto al silenzio sia il buon senso che il senso pratico. Nel nostro paese una vita pubblica e una pubblica pedagogia incivile hanno resto l’isteria la norma di comportamento.

Per cui, dal notista politico del compassato quotidiano al sedicente opinionista di infuocato social, tutti o quasi ammiccano, accennano o gridano al pre-inciucio, alla cripto alleanza (fino a ieri con Renzi ma ora va meno di moda, meglio con Gentiloni). Matteo Salvini fa la vergine violata nel tempio del Destra-Centro da Berlusconi fornicatore politico fuori dalle mura del tempio appunto. E va bene, fino a che danno per così dire di matto i politici, sappiamo che è la sceneggiatura ormai usuale e consolidata. Danno di matto per dovere di ufficio, c’è scritto nella parte. Non si sa bene perché ma pare proprio che da noi qui e oggi se fai il politico devi (per essere credibile!) recitare la parte del matto. A qualcuno, più d’uno, viene anche naturale.

Ma danno di matto le cronache politiche, le agenzie di stampa, i telegiornali, i blog, i social. E ne vien fuori un paese di matti (e asini che…neanche le basi del mestiere) che si eccita, agita, accende, indigna, schiera perché uno ha detto che se non c’è il sole è notte e viceversa.