Boschi, un ministro può e deve. Ma un ministro col papà lì non può e non deve

di Lucio Fero
Pubblicato il 21 Dicembre 2017 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
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Maria Elena Boschi, dove ha sbagliato su Banca Etruria (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Boschi, un ministro può e deve. Può occuparsi, chiedere, informarsi, interessarsi alle sorti di una banca in crisi. O di una azienda in difficoltà. O di un cantiere di opera pubblica o di pubblica utilità che non procede. O delle dieci, cento, mille cose di questo paese, del paese di cui è ministro che richiedono attenzione e, perché no, governo appunto.

Un ministro non solo può, deve. La stramba idea che ogni incontro tra politici-amministratori-imprenditori sia di per sé criminogeno, cioè fonte di malaffare e malcostume, è appunto idea assai stramba. Occuparsi delle banche, delle strade, dei ponti, delle aziende, dei negozi…della cosa pubblica e dei pubblici interessi è mestiere e dovere dei membri del governo in carica. Che diremmo se il governo, ad esempio, dicesse oggi: l’Ilva non è affar mio? Plaudiremmo a un governo che negli scorsi anni non ha incontrato nessuno, domandato nulla sull’Ilva?

Strambo paese e stramba opinione pubblica che ad ogni acquazzone, letteralmente, chiede l’intervento del governo e poi applaude a chi denuncia che il governo si occupava delle banche che saltavano.

Strambo paese e stramba tesi quella per cui salvare le banche è salvare il sedere dei banchieri. Salvare le banche, impedire che chiudano d’un tratto sportelli e bancomat è salvare il sedere di tutti quelli che hanno un conto in banca. E’ mestiere e dovere di ogni governo e ogni governo lo fa. Infatti le banche salvate dal governo italiano non sono state uno scippo alla gente, ma un aiuto, doveroso, alla gente. Chi aveva un conto corrente lo ha salvato integralmente, chi aveva obbligazioni si è visto restituire le perdite (perdite private) almeno all’80 per cento. Restituite perdite private con denaro pubblico.

E soprattutto salvare le banche in via di fallimento, impedire che andassero alla deriva ha avuto il significato e la conseguenza di evitare speronassero altre banche, altri conti correnti, altra gente in un generale clima di sfiducia se non panico che si sarebbe prodotto.

Strambo assai questo paese che reclama la garanzia di Stato perfino sui suoi investimenti finanziari privato e poi accusa e schifa se un ministro si dà da fare per cercare di evitare a chi ha messo i soldi in banca di pagare i dazi che il mercato, lasciato a se stesso, imporrebbe. Strambo e ipocrita paese quello che ama recitare con se stesso la finzione di volerli immobili, silenti, intangibili, sordi, ciechi e muti politici e ministri. Finzione, l’intero paese appena ha un minimo di interesse da difendere i politici li tampina e li reclama.

Strambo e ipocrita paese quello che li vota solo per quello, portate a casa (territorio o lobby o categoria che sia) soldi pubblici. Solo per quello li vota, proteggere, garantire, intervenire. Li vota solo perché facciano questo lavoro. Ma allo strambo paese piace invece da matti giurare ogni giorno che non si deve, non si fa.

Strambo assai è il paese dove informazione, comunicazione, pubblica opinione e spesso magistratura considerano attività sospetta quello che è il mestiere e il dovere di chi governa: incontrare, informarsi, suggerire, aiutare, sapere, muoversi…

Strambo assai è il paese che si appresta a votare in gran numero coloro che denunciano come “bancopoli” aver salvato un pugno di banche fallite e giurano che mai più i politici nelle e sulle banche e quindi propongono il futuro governatore di Bankitalia sia di nomina…politica!

Strambo paese quello dove in molti voteranno per chi promette un salario di Stato, anzi di governo e oggi fa la vergine violata perché un governo ha salvato banche e redditi e risparmi.

Un ministro può e deve, poteva e doveva informarsi se una grande banca voleva-poteva assorbire una piccola banca malandata ed evitare così il crack. Poteva e doveva un ministro. E non c’è, non ci sarebbe nessun bisogno di ripararsi dietro l’esile “mi informavo, non chiedevo”.

Non ci sarebbe alcun bisogno, Maria Elena Boschi potrebbe come ogni altro ministro rivendicare che quello è il suo mandato e dovere e mestiere, altrimenti che ci sta a fare un governo? E potrebbe sbattere in faccia ai molti sepolcri imbiancati non la sottile distinzione tra richiesta di informazioni e richiesta tout court ma qualcosa di più solido e cioè il salvare le banche come salvare il sedere alla gente in carne e ossa.

Non ci sarebbe alcun bisogno di sottili distinguo, Maria Elena Boschi potrebbe perché un ministro può e deve parlare con tutti delle sorti di una banca in crisi. Ma se lì, al vertice di quella banca, c’è il padre del ministro, allora quel ministro non può. Non può e non deve. Ed è assai strambo che Maria Elena Boschi non lo capisca, non capisca, per dirla con le sue parole, la “differenza abissale“.