Bossi statista, allora cosa è Salvini? Rimpiangeremo lui e Berlusconi, dopo la Dc

di Lucio Fero
Pubblicato il 24 Marzo 2017 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA
Bossi statista, allora cosa è Salvini? Rimpiangeremo lui e Berlusconi, dopo la Dc

Bossi statista, allora cosa è Salvini? Rimpiangeremo lui e Berlusconi, dopo la Dc (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Bossi Umberto, quello dello spadone che tagliava a fette l’Italia malamente messa insieme. Quello delle trecentomila doppiette bergamasche pronte a sparare contro l’occupante italiano. Quello del dio Po e dell’ampolla dell’acqua santa per il popolo padano. Quello del tricolore buono per nettarsi al cesso. Sì, proprio quel Bossi lì ora è giudicato da Matteo Salvini un insopportabile moderato, pavido, succube e genuflesso ai poteri nemici.

Cosa ha detto e fatto Bossi? Si è rifiutato di partecipare alla sceneggiata dei parlamentari della Lega che abbandonano l’aula quando si parla di Europa. E’ rimasto invece lì a sentire Mattarella e soprattutto ha spiegato che Salvini gli sembra uno che accalappia voti in concorrenza con Grillo ma altro non sa fare e neanche pensare. Non è la prima volta che Bossi e Salvini non si trovano d’accordo. Ma non è il difficile rapporto tra la Lega che fu e quella che è che qui interessa. Interessa invece che uno come Umberto Bossi ritenga, giudici qui e oggi uno come Matteo Salvini un irresponsabile privo di qualsiasi idea e capacità di governo.

Interessa quindi, come metro di misura della nostra recentissima rotta nazionale, che uno come Umberto Bossi abbia qui e oggi di fatto il ruolo dello statista (sì, insomma, in miniatura, ma statista nel senso minimo che si occupa del possibile, del compatibile, dell’utile generale, dell’interesse collettivo). Uno come Umberto Bossi di fatto attento a non demolire istituzioni, garanzie. Uno come Umberto Bossi con il senso dello Stato!

Succede, è così. Qui e oggi è così perché qui e oggi ci sono i Salvini. Bossi con il senso dello Stato è vero se misuri il paese con un metro lungo lungo fino a Salvini. Se l’uomo che è stato appena ieri quello del tricolore al cesso, le doppiette in spalla e della Lourdes padana, oggi sente il bisogno civile di non esagerare, se Bossi è statista nell’Italia 2017, Salvini cosa è?

Qualunque cosa sia, è della stessa natura antropologica e sociale dei Di Maio e Di Battista. Qualunque cosa sia, è della stessa natura antropologica e sociale di milioni di italiani. Qualunque cosa sia, è quella cosa che ha forgiato una pubblica opinione per la quale quasi all’unanimità Stato e governo sono male e maligno. Qualunque cosa sia, si incarna nella figura sociale più odiosa, nociva e in tumultuosa crescita numerica: quella del prepotente vittimista, del violento che fa la vittima. Ecco, per misurare quanto sia forte questa cosa si osservi che sotto la sua pressione e a suo confronto uno come Bossi rimbalza e appare uno statista, un moderato cittadino con il senso della cosa pubblica.

In Parlamento, nelle Assemblee Regionali e Comunali (e anche nei condomini e al bar) ce n’è mica tantissimi così, così composti come Bossi (e viene una vertigine ad accoppiare compostezza e Bossi a chi ha visto gli ultimi 30 anni di vita politica italiana). In Parlamento e altrove il ceto politico (e anche la cittadinanza per così dire media) rigurgitano di pagliacci, teatranti, ignoranti, smodati, scomposti, figuranti che si credono primi attori, caporali che si sentono generali, bugiardi, agitatori di aria fetida, squadristi neanche più in erba e neanche più tanto inconsapevoli di esserlo.

L’ultima, in un paese che non avesse equiparato le sue capacità razionali a quelle del cervello di uno zombie, l’opposizione in Parlamento segnalerebbe con moderato favore il taglio dal 10 al 40 per cento dei vitalizi incassati dagli ex parlamentari. Osserverebbe con pacata risolutezza che si poteva fare di più a suo giudizio e cioè annullare i vitalizi. Ma registrerebbe il passo avanti del taglio, anche se a suo giudizio appunto insufficiente. Invece nel paese cervello politico zombie l’opposizione grida “vergogna” al taglio sia pur parziale dei vitalizi. Grida “vergogna” perché tolgono soldi agli ex parlamentari e in nome di questo “schifo insopportabile” mima (ormai è troppe volte che lo fa per essere un caso) l’occupazione del Parlamento. Nel paese cervello politico zombie milioni di elettori si levano concordi e furenti alla parola “vergogna”, anche se non sanno davvero di che.

In questo paese dove Bossi è statista si può raccontare restando il primo partito nelle potenziali preferenze che le pensioni dei parlamentari e i vitalizi sono la stessa cosa, si può ignorare che giustamente per i parlamentari in carica i vitalizi non ci sono più, solo la pensione che si prende a 65 anni e in base ai contributi versati. Si può chiamare alla rivolta di massa perché i vitalizi degli ex parlamentari sono stati tagliati…A suo tempo Berlusconi descrisse l’attenzione, l’informazione e la competenza media dell’elettore medio sui fatti della cosa pubblica pari a quella di uno scolaro di scuola media dell’ultimo banco. M5S ha fatto tesoro di questa indicazione, anzi ha mandato lo scolaro della media dell’ultimo banco in cattedra.

Di fronte al degradare della capacità di governo reale, di fronte all’immobilità paludosa della vita pubblica, di fronte allo scadere progressivo della Pubblica Amministrazione, di fronte all’imbarazzante e crescente squallore intellettuale e civile del ceto politico, di fronte…ci è già capitato di trovarci a rimpiangere la Dc. Quella Democrazia Cristiana che ai tempi ci sembrava, ci era sembrata in tutta onestà il peggio. E ora, magari ci fosse…

Più di recente, più di rado e in evidente stato di nostro pensiero che non condividiamo, ci siamo sorpresi a rivalutare a confronto al qui e oggi, anche e perfino Berlusconi. Lui arronzava, faceva finta di governare. Ma non provava piacere e goduria nello sfasciare Stati. Ora tocca rivalutare, al confronto con quello che c’è, anche Bossi. Basta, avanza e straripa per capire quello che c’è e cioè i Salvini, Di Maio, Di Battista, Meloni…