Consip, puzza grosso di bruciato il fumo anti Renzi. Ma tutti a naso turato

di Lucio Fero
Pubblicato il 13 Dicembre 2017 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
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Il fake dell’incontro Renzi-Zuckerberg

ROMA – Consip, puzza grosso di bruciato il fumo anti Renzi, anti Renzi Tiziano e Matteo, padre e figlio. Puzza di bruciato sempre più grosso dopo che un magistrato della Procura di Roma ha sospeso per almeno un anno dal servizio due ufficiali dei Carabinieri che lavoravano-costruivano (?) indagini. E dopo che gli stessi due ufficiali sono finiti sotto inchiesta niente meno che per depistaggio, oltre che per falso.

I due ufficiali del Noe, Gianpaolo Scafarto e Alessandro Sessa. Il primo capitano, promosso maggiore quando già la sua attività era apparsa più che discutibile alla Procura di Roma. Il secondo colonnello. Al di là del grado, l’ultima per entrambi secondo il Gip è che, dopo il sequestro dello smartphone di Scafarto (sequestro da parte degli inquirenti) lo stesso Scafarto, d’accordo con Sessa, si sarebbero messi di lena e ingegno a cancellare dal telefono di Sessa appunto ogni traccia.

Traccia di che? Traccia del concerto, accordo, sinfonia. Non solo tra i due ma tra gli elementi di indagine e gli indirizzi, uffici, persone, redazioni cui gli elementi di indagine arrivavano in tempo reale. Diventando notizie, fatti, opinione pubblica. Su cui poi si appoggiavano le indagini.

Elementi di indagine tipo la prova provata, la pistola fumante dei rapporti tra Tiziano Renzi e l’imprenditore Romeo inquisito come dispensatore di tangenti. La prova-pistola è nella relazione investigativa firmata da Scarfato e consiste in una intercettazione in cui Romeo dice qualcosa come: l’ultima volta che ho incontrato Renzi. Eccola la prova! Ma nell’intercettazione non è Romeo che parla, è Italo Bocchino e si riferisce a Matteo Renzi, non Tiziano. Nell’intercettazione si fa riferimento ad un ovvio possibile contatto tra due che fanno attività politica. Ma Scafarto ci vede, dirà poi “per la fretta”, l’incontro tra un corruttore e un corrotto.

Strana fretta, a Scafarto gli altri Carabinieri glielo segnalano che è Bocchino a parlare. Ma Scafarto non raccoglie l’obiezione. E’ impegnato in altri elementi di indagine: attesta che uomini dei servizi segreti, mossi direttamente da Palazzo Chigi-Matteo Renzi, stanno pedinando e spiando i suoi Carabinieri che indagano su Consip. E’ una balla, gli uomini dei servizi segreti sono abitanti del quartiere. Ma nella relazione Scafarto non corregge, neanche quando sa. Anche qui dirà “per la fretta”.

Strana fretta, in altra occasione più credibilmente Scafarto dirà che agiva in seguito ad esigenze investigative. Insomma a seguito di input che gli venivano da chi conduceva le indagini.

Come che sia la storia è che una indagine giudiziario-mediatico che aveva come target privilegiato e diretto Matteo Renzi e Tiziano Renzi è stata condotta da un reparto dei Carabinieri, il Noe, cui è stata sottratta dai magistrati della Procura di Roma. E che ufficiali che indagavano sono sotto indagine e sospetto di aver depistato, occultato, fabbricato.

Se arrivasse notizia che una Procura sospende e indaga due ufficiali dei Carabinieri per sospetti errori nella trascrizione di intercettazioni su Luigi Di Maio e suo padre, M5S darebbe il massimo allarme sul tentativo-manovra di far perdere le elezioni al MoVimento. Come minimo, sarebbe la reazione minima. E massima invece sarebbe l’adesione della pubblica opinione alla reazione di M5S.

Se arrivasse notizia che nelle intercettazioni che a suo tempo coinvolsero Berlusconi qualcuno aveva capito male e trascritto peggio, il Centro Destra e la sua gente direbbero: è stata una sporca manovra contro Berlusconi. Se arrivasse notizia che Matteo Salvini ha familiari stretti che vanno in giro per l’Italia a combinare appalti e affari e poi si rivelasse che le intercettazioni a riprova e le relazioni investigative a sostegno erano sbagliate per la fretta, Salvini e mezza Italia direbbero che c’è stata ignobile e intollerabile trama.

Ma per Renzi no. Di fronte alla gigantesca e crescente puzza di bruciato la stragrande maggioranza della gente (e del Palazzo) preferisce di gran lunga turarsi il naso. Preferisce non sentirla quella puzza.

Perché è così che funzionano le fake news. Con tutto il rispetto per la consistenza più o meno ampia e fondata dell’aspetto giudiziario del caso Consip, mediaticamente e politicamente la storia Consip è una perfetta e riuscita fake news. Domandate in giro quanti siano convinti che papà Renzi traffica, che questo sia un fatto accertato? Domandate e vedrete che battaglioni, reggimenti, armate di italiani pensano sia un fatto accertato.

Con fake news così ci si vincono le elezioni. Fake news come quelle che le banche siano state salvate per i banchieri. Con i soldi pubblici si è impedito (come sui fa in tutto il mondo) alle banche fallite di azzerare conti correnti, chiudere bancomat, innestare catena di ritiro deposito in tutte le banche. Banche salvate come elementare e doverosa misura di salute pubblica. Ma la fake news della banche salvate e rispramiatori truffati trionfa e fa vincere le elezioni.

Sono queste le fake che vincono. Le altre, tipo quella di Renzi e Zuckenberg che si incontrano nella “villa” di Firenze per censurare l’informazione sul web, fanno contorno e ala. E fanno nella loro relativa piccolezza perfino da alibi a chi nega importanza, peso (perfino realtà) alle fake in politica. Il grido “Vergogna” per l’inciucio Renzi-Zuckenberg volto ad imbavagliare il web fu rilanciato in un minuto che è uno da, tra gli altri, Virus5Stelle, M5SNews, Vogliamo5Stelleal governo. Che, per carità, non sono M5S. Non sono ma ci fanno. E comunque fecero 230 mila contatti e indignazioni in un lampo.

Contorno, non pietanza. Anche se acino, acino…si fa la macina. Contorno, come Boschi e Boldrini ai funerali di Riina. Contorno, come lo Stato cattivo che si oppone alla somministrazione gratuita e generale di Stamina. Le pietanze grosse, le fake che fanno vincere le elezioni sono del tipo di quella raccontata agli inglesi che se uscivano dalla Ue il giorno dopo avrebbero avuto in tasca miliardi che non pagavano più le prestazioni sanitarie agli stranieri.

Ce n’è di questo tipo in circolo anche da noi, pare proprio che una di queste si chiami Consip. Ma perché funzionino le fake alla grande hanno bisogno di un ingrediente: indispensabile che la gran parte della gente (e delle Caste) siano disposte e pronte a turarsi il naso di fronte alla puzza di bruciato.